Parole A Caso

Peppino Impastato, un ribelle in terra mafiosa


Nel 2008 decorre un anniversario importante, quello dei 30 anni della morte di Moro per opera delle brigate rosse. Nello stesso giorno, il 9 maggio 1978, del ritrovamento del corpo di Moro fu assassinato a Cinisi (PA) un certo Peppino Impastato. Nasce nel 1948 in una delle famiglie mafiose di Cinisi, ma subito prende molta distanza con quel mondo, anzi si schiera in prima linea sul fronte antimafioso. Molto impegnato nella vita sociale e politica della sua città nel 1976 fonda insieme ad altri amici RadioAut, una stazione radio indipendente e autofinanziata. Lo scopo della radio è quello di denunciare tutti gli affari e i complotti mafiosi della zona, con tanto di nomi e soprannomi. In particolare del boss Gaetano Badalamenti: più volte condannato per traffico internazionale di droga.Questo a mio parere è una scelta forte, piena di ideali; andare contro la sua stessa famiglia, contro il suo stesso padre. Riluttare una vita, fatta di mafia e illegalità, con promesse di facili e abbondanti guadagni a favore di una vita di guerra a difesa della gente e della giustizia. Una scelta a favore della gente, della legalità, del rispetto della vita, a favore del bene contro il male.Questa sua ribellione gli risultò fatale, venne assinato il 9/5/1978, appena trentenne, nella sua Cinisi. Era il momento della campagna elettorale, si era candidato per le elezioni comunali della sua città, dicendo che "da vicino li avrebbe controllati" ma non gli fu dato tempo. Venne assinato da Vito Palazzolo, condannato a 30 anni nel 2001 dalla Corte d'Assise, mentre il mandante Gaetano Badalamenti venne condannato all'ergastolo nel 2002, ma morto negli USA nel 2004.Nelle elezioni successive alla sua morte, i cittadini di Cinisi scrissero ugualmente il nome di Peppino nella scheda elettorale, raggiungendo voti più che sufficienti per diventare consigliere comunale.A Peppino fu intitolato il Centro Siciliano di Documentazione nel 1980.
Inoltre venne realizzato il film "I Cento Passi", film di Marco Tullio Giordana, che lo stesso non definisce come un film sulla mafia, ma un film sull'energia, sulla voglia di costruire, sull’immaginazione e la felicità di un gruppo di ragazzi che hanno osato guardare il cielo e sfidare il mondo, nell’illusione di cambiarlo.Quest'anno, a 30 anni dalla sua morte, la lotta che ha compiuto non è ancora finita, speriamo che ci siano ancora persone come Peppino, intrepidi guerrieri a favore del giusto e della gente. Concludo con una strofa di una canzone dei Modena City Rambers, denominata come il film "I Cento Passi":« Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio, negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare, aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato, si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore. » A. Gilardi