Parole A Caso

I Fantastici quattro e l'editto bulgaro bis


La chiamano la "Banda dei quattro", e sta scatenando un
vero caso politico, questi "Fantastici quattro" sono rei di dire la verità, o di svolgere in modo professionale il proprio lavoro: cose inaccettabili in un paese democratico. I quattro ricercati sono: un comico genovese, un giornalista di stirpe montanelliana, un'altro giornalista che non ha ancora capito la lezione, e il politico che non ha rispettato il codice deontologico del settore: in quanto non ha presentato neanche un condannato in Parlamento, un vero affronto ai 51 parlamentari di Forza Italia con una fedina penale di tutto rispetto.Questi sono dei veri mascalzoni, sempre a mettere i bastoni fra le ruote dicendo cose che non si possono dire.A parte gli scherzi e gli ironismi, che siamo veramente davanti a un altro editto bulgaro?Dopo solo una settimana di governo sono già stati identificati i ribelli, quelli che fanno della televisione un "uso criminoso" (tanto per citare le parole del Cavaliere a Sofia). Questo polverone è conseguenza dell'intervento di Marco Travaglio da Fabio Fazio, inoltre ad essere precisi questi chiarimenti su Schifani erano stati scritti e detti molte volte in passato; oltretutto ritenute veritiere anche a
livello giudiziario, a seguito di una querela. Santoro è "accusato" di aver trasmesso immagini del V-Day 2, cosa che la stampa nazionale se ne è guardata bene dal parlarne, inoltre è alquanto sgradito il gesto di dare la possibilità a Travaglio di parlare su una rete pubblica. Di Pietro invece è "indagato" per aver difeso a spada tratta Travaglio, e, di aver difeso la libertà di espressione e di stampa. Bè, Beppe Grillo è sempre inserito d'ufficio quando si parla di attacchi alla casta, viene tirato in mezzo anche se lui è anni che non fa televisione, però qualcuno vuole che sia sempre visto come eversivo e antitaliano.
Questo dimostra quanto i cittadini devono essere controllati, non devono sapere, non devono parlare male dei potenti, e chi lo fà delle essere condannato alla pubblica gogna, un umiliazione esemplare davanti a tutto il paese, in modo tale che sia un avvertimento anche per gli altri addetti ai lavori.
Questo governo dimostra quanto vuole ancora fermare chi racconta i fatti sgraditi a palazzo Chigi, quindi vorrebbe mettere al bando gli artefici di questi "complotti". Il giornalista nel suo mestiere può compiere errori, è un essere umano anche lui; ma se dice la verità a scusarsi deve essere il politico e le scuse non devono essere rivolte al giornalista che è stato insultato e accusato di calunnia, ma ai cittadini che sono stati presi in giro da quella persona.Concludendo vorrei ricordare ai dipendenti di palazzo Chigi l'art. 21 della Costituzione:"TUTTI HANNO DIRITTO A MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, LO SCRITTO, E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE OGGETTO DI AUTORIZZAZIONI O CENSURE."Alberto Gilardi