Creato da med.usa2 il 07/03/2008

Parole A Caso

Pensieri e parole di questa società

 

 

"Noi massoni vittime di maldicenze"

Post n°11 pubblicato il 30 Marzo 2008 da med.usa2
 
Foto di med.usa2


Con queste parole si apre un intervista fatta a Luigi Pruneti, Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia, una delle principali obbedienze massoniche.
A quanto dice questo signore << La massoneria è una via che cerca di far "crescere" l'uomo, un viaggio dentro se stessi per riscoprire aspetti che altrimenti resterebbero nascosti>>. La vera massoneria, in pratica, è uno Stato dentro lo Stato e le principali decisioni politiche del paese vengono prese a livello massonico, con accordi anche tra maggioranza e opposizione, dato che entrami gli schieramenti hanno affiliati. Potrei essere accusato di pregiudizio, ma quando sento parlare di Massoneria, società segrete, ecc. io collego il tutto alla P2, a Gelli, al piano di rinascita democratica. La massoneria è un tema attuale, tanto che è collegato con la stessa crisi di governo.
Per i meno inormati sull'argomento, le inchieste di De Magistris, Woodcock e Forleo inconsapevolmente sono andate a toccare i vertici alti del potere. Hanno toccato cioè quel filo sottile che lega politica e criminalità, ove risiede la spiegazione della maggior parte
dei disastri che affliggono il nostro paese da decenni.

Gli interrogativi suscitati dal fenomeno massonico sono molti e
andrebbero approfonditi ben oltre quello che è lo spazio di un blog
come questo.

Dall’essere iscritti in massoneria derivano spesso le
proprie fortune e i propri legami; come si comporta allora un
funzionario dello stato quando si troverà a dover scegliere tra far
prevalere il giuramento di fedeltà allo stato e quello alla massoneria?
Cioè quando si troverà a dover scegliere tra il violare la legge, o
perdere d’un colpo la fortuna che gli è arrivata attraverso i canali
massonici?

In alcune logge coperte, quindi illegali ai fini dell art. 18 della Costituzione, erano iscritti, nella stessa loggia, mafiosi, agenti del sismi, imprenditori di grande calibro, e politici. Penso che ci sia da dubitare sulle affermazione di lealtà allo Stato e ai cittadini. Quindi per anni, sostanzialmente, il capo del Governo era Gelli, che come un burattinaio muoveva le sue marionette mentre lui stava artisticamente nascosto dietro il sipario. In questi argomenti il dubbio è sempre d'obbligo, in quanto è arduo reperire documenti certi. Tuttavia è un fatto che nei principali episodi stragisti
dell’Italia di questi ultimi decenni (solo per far qualche esempio:
Italicus, Ustica, Moby Prince, Piazza Fontana; Strage di Bologna; strage
di Via D’Amelio e strage di Capaci) i servizi segreti deviati erano
sempre coinvolti in vario modo.
Ciò indica che probabilmente c’è un filo conduttore
tra tutte queste stragi. E questo filo conduttore probabilmente lo si
troverebbe nello logge massoniche deviate.

Tutto questo discorso non ha fonti certe, solo alcune interviste a maestri massonici, inoltre molte informazioni sono "saltate fuori" a seguito di indagini sulle stesse stragi e altri fatti importanti.
Tornando al discorso iniziale, è legittimo che un gran maestro faccia del vittimismo? Chiede credibilità per logge che nello stesso tempo coinvolgono servizi segreti, mafia, politica e banche, e altre logge hanno obiettivi golpisti e rivoluzionari.
C'è in corso una petizione per chiedere una corretta informazione politica sul tema della massoneria. Per maggiori informazione clicca QUI.
Vorrei concludere insolitamente citando la frase di un mafioso, me ne vergogno anche, ma è perfetta in questa occasione: "A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina" (G. Andreotti).


Alberto Gilardi


N.B. Ho fatto alcuni collegamenti di approfindimento per le parole chiave.

 
 
 

Indecisi??? Ecco un aiuto...

Post n°10 pubblicato il 27 Marzo 2008 da med.usa2
 
Foto di med.usa2

Vi propongo un sito carino che confronta i vari programmi elettorali
dei partiti con le vostre opinione riguardo ad alcuni argomenti. 
Clicca QUI per accedere direttamente.
E' un piccolo strumento che potrebbe aiutare molte di quelle persone che non si sentono rappresentate da nessun partito, scoprendo qualche affinità,  che potrà essere utile dentro la cabina.
 

 
 
 

Signoraggio, questo sconosciuto

Post n°9 pubblicato il 20 Marzo 2008 da med.usa2
 
Foto di med.usa2

Lo scopo di questo post è quello non di spiegare completamente il
fenomeno, chiamato anche la truffa del secolo, ma mettere soltanto la
pulce nell'orecchio per spingere il lettore ad approfondire
l'argomento, se interessato.

E' un argomento molto complesso, spero quindi di essere il più chiaro e schematico possibile.

Il signoraggio per definizione è la differenza tra il valore nominale
della banconota e il suo valore intrinseco. Poniamo per esempio la
banconota da 100. Per la Banca Centrale ha un costo pari a 0,30 (carta
e inchiostro, alla fine è un pezzo di carta, come un biglietto del
cinema) mentre il suo valore è di 100 euro, quindi, per ora, il
signoraggio è di 99,70 euro. Come sono nate le banconote?

Storicamente la banconota è nata per agevolare le transazioni
economiche, in quanto era la "ricevuta" di un deposito di metalli
preziosi, di solito oro, presso una banca o un orafo. Con quella
banconota si andava da chi l'aveva emessa e veniva convertita in oro.
Anche il dollaro fino a poco tempo fa aveva questa natura, poteva
essere convertito in oro fino al 1971.

Chi fa le banconote e le monete? Le banconote sono emesse dalla banca
centrale del paese, la BCE nel nostro caso, mentre le monete sono
emesse direttamente dallo Stato stesso. Le banche centrali emettono le
banconote senza avere una copertura aurea dietro, quindi non sono
convertibili, le stampa dal nulla, sono carta straccia.

Gli Stati che necessitano di denaro si rivolgono alle Banche Centrali,
che sono in mano ai privati perchè sono spa normalissime, che hanno
come soci principalmente altre banche e così via. La Banca Centrale
stampa denaro che viene prestato agli Stati, e lo Stato deve emettere
obbligazioni per pagare il debitoche ha contratto con la banca
centrale. Quindi i debiti pubblici degli Stati sono tutti i soldi che
questa stretta cerchia di banchieri privati è creditrice. Gran parte
delle tasse pagate dal cittadino servono per pagare gli interessi sul
quel debito, inestinguibile, eterno, costituito da carta straccia.

Ma perchè lo Stato non si stampa da solo i soldi in modo da non costituire debito?

Ma perchè lo Stato conia le monete metalliche ma non si stampa le banconote?

Ma perchè lo Stato emette obbligazioni al posto di stampare moneta esente da interesse?

Ma perchè dal 1893 fino al 2005 l'elenco dei soci di Bankitalia era nascosto?

Ma perchè il Senato, nei suoi verbali, riporta "omissis" quando arriva ad elencare tali partecipanti?

Il signoraggio è una truffa ai danni del popolo sovrano ma ignorante,
che viene privato della ricchezza ufficiale e personale da lui creata
con il sudore della fronte (Sandro Pascucci). Questa sottrazione
indebita avviene attraverso il prelievo fiscale.

Il prelievo fiscale, ha in realtà come unico scopo quello di drenare
risorse ai cittadini e restituire soldi al banchiere centrale
sovranazionale, che è l'unico vero proprietario della moneta in
circolazione.

Torniamo alla nostra definizione, ora possiamo aggiungere anche
l'interesse sull'obbligazione, e mettiamo per esempio 3%. Quindi
riprendiamo la nostra banconota da cento euro: 100 (valore nominale) +
3 (interesse) - 0,30 (costo di produzione)= 102,7 Signoraggio Bancario.
E' il guadagno del banchiere di turno. I politici quindi sono camerieri ed
esattori dei grassi banchieri. E il destino di tutti è in mano a non più di sette otto persone, una sorta di aristocrazia globale.

Questa è una introduzione a questa enorme truffa, se interessati esiste
un sito molto carino www.signoraggio.com oppure www.signoraggio.it, anche su youtube esistono
migliaia di video che spiegano bene questa giochetto delle banche.



A. Gilardi

 
 
 

ECCE HOMO 

Post n°8 pubblicato il 17 Marzo 2008 da med.usa2
 
Foto di med.usa2




DUBITATE FORTEMENTE DI QUELLO CHE DICE, TRATTATELO COME QUELLO CHE E':
UN CRIMINALE, DEFINITO DAL NEW YORK TIMES COME "LA PERSONA PIU' INADATTA
A GOVERNARE L'ITALIA DOPO TOTO' RIINA E PROVENZANO".


MONTANELLI LO DEFINI' COME IL PIU' GRANDE PIAZZISTA DI TUTTI I TEMPI,
UNA PERSONA CON UNA LINGUA TALE DA ESSERE IN GRADO DI VENDERE GHIACCIO
AGLI ESCHIMESI. Se queste parole le avesse dette in questo periodo
Montanelli sarebbe etichettato come comunista, rivoluzionario,
bolscevico. In questo momento si starà rigirando sapendo che tali
aggettivi sono riferiti al Giornalista. Ho deciso di pubblicare la
fedina penale del nostro truffolo, sono atti pubblici, non violano
alcuna privacy, anzi è un diritto di ogni elettore sapere chi sta
votando. Per chi è abituato ad un informazione di parte, sappia che
questo articolo è pura cronaca, anzi cronaca giudiziaria. Per gli
ignoranti non sto diffondendo un opinione politica ma sto facendo luce
sui fatti, parlando di sentenze emesse in nome del popolo italiano.
Questo documento è stato preso da Wikipedia, e penso che l'enciclopedia
se ne riguardi bene dal mettere notizie false di questo peso, dato che
in Italia volano più querele e diffamazione che rondini. Senza
ulteriori indugi vi lascio alla portata principale, e mi raccomando
mangiate con calma, in modo tale che ogni papilla gustativa possa
assaporare tutti i sentori. Bon Appétit...
Traffico di droga:Nel 1983 la Guardia di Finanza, nell'ambito di un'inchiesta
su un traffico di droga, aveva posto sotto controllo i telefoni di Berlusconi.
Nel rapporto si legge: «È stato segnalato che il noto Silvio Berlusconi
finanzierebbe un intenso traffico di stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia
che in altre regioni italiane.Il predetto sarebbe al centro di grosse speculazioni
edilizie e opererebbe sulla Costa Smeralda avvalendosi di società di
comodo...». L'indagine non accertò nulla di penalmente rilevante e nel 1991 fu
archiviata.
 
Falsa testimonianza sulla P2:La prima condanna di Silvio Berlusconi da parte di un
tribunale arriva nel 1990: la Corte d'Appello di Venezia lo dichiara colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a
proposito della sua iscrizione alla lista P2. Nel 1989, però, c'era stata
un'amnistia, che estingue il reato.

 
Tangenti alla Guardia di finanza:Berlusconi è accusato di aver pagato tangenti a ufficiali
della Guardia di Finanza, per ammorbidire i controlli fiscali su quattro delle
sue società (Mondadori, Videotime, Telepiù...). In primo grado è condannato a 2 anni e 9 mesi per tutte e
quattro le tangenti contestate, senza attenuanti generiche. In appello, la
Corte concede le attenuanti generiche: così scatta la prescrizione per tre
tangenti. Per la quarta (Telepiù), l'assoluzione è concessa con *formula
dubitativa* (comma 2 art. 530 cpp).

 
Tangenti a Craxi (All Iberian 1):Per 21 miliardi di finanziamenti illeciti a Bettino Craxi,
passati attraverso la società estera All Iberian, in primo grado è condannato a
2 anni e 4 mesi. In appello, a causa dei tempi lunghi del processo scatta la
*prescrizione* del reato. La Cassazione conferma.

 
Falso in bilancio (All Iberian 2):Berlusconi è rinviato a giudizio per aver falsificato i
bilanci Fininvest. Il dibattimento, dopo molte lungaggini e schermaglie
procedurali, è in corso presso il Tribunale di Milano.

 
Consolidato gruppo Fininvest (All Iberian 3):La Procura della Repubblica di Milano ha indagato sulla rete
di società estere del gruppo Fininvest (Fininvest Group B), contestando falsi
in bilancio e operazioni che hanno generato un migliaio di miliardi di fondi
neri. Sta per essere formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio.

 
All Iberian (2 o 3):Silvio Berlusconi e tre ex dirigenti della Fininvest sono
stati assolti al termine del processo All Iberian iniziato nel 1995, in cui
erano imputati per falso in bilancio e false attestazioni, perché stando alla
nuova normativa sui reati delle società, i fatti non sono più considerati come
reati dalla legge. Si noti che tale legge è stata fatta dal governo avente come
Primo ministro lo stesso Berlusconi Silvio. Fonte.

 
Caso Lentini:Berlusconi è stato rinviato a giudizio per aver deciso il
versamento in nero di 6 miliardi dalle casse del Milan a quelle del Torino
calcio, per l'acquisto del calciatore Gianfranco Lentini. Il dibattimento è in
corso presso il Tribunale di Milano.

 
Medusa cinematografica:Berlusconi è accusato di comportamenti illeciti nelle
operazioni d'acquisto della società Medusa cinematografica, per non aver messo
a bilancio 10 miliardi. In primo grado è condannato a 1 anno e 4 mesi per falso
in bilancio. In appello, la Corte gli ha riconosciuto le attenuanti generiche:
è così scattata la prescrizione del reato.

 
Terreni di Macherio:Berlusconi è accusato di varie irregolarità fiscali
nell'acquisto dei terreni intorno alla sua villa di Macherio. In primo grado è
per alcuni reati assolto, per altri scatta la prescrizione. In appello è
confermata la sentenza di primo grado.

 
Lodo Mondadori:Berlusconi è accusato di aver pagato i giudici di Roma per
ottenere una decisione a suo favore nel Lodo Mondadori, che doveva decidere la
proprietà della casa editrice. Il giudice dell'udienza preliminare ha deciso
l'archiviazione del caso, con *formula dubitativa*. La Procura ha fatto ricorso
alla Corte d'appello, che ora dovrà decidere se confermare l'archiviazione o
disporre il rinvio a giudizio di Berlusconi, Cesare Previti e del giudice
Renato Squillante.

 
Toghe sporche-Sme:Berlusconi è accusato di aver corrotto i giudici durante le
operazioni per l'acquisto della Sme. Rinviato a giudizio insieme a Cesare
Previti e Renato Squillante. Il processo di primo grado è in corso presso il
Tribunale di Milano.

 
Spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest:Berlusconi era accusato di aver indotto la Rai, da
presidente del Consiglio, a concordare con la Fininvest i tetti pubblicitari,
per ammorbidire la concorrenza. La Procura di Roma, non avendo raccolto prove a
sufficienza per il reato di concussione, ha chiesto l'archiviazione, accolta
dal Giudice dell'udienza preliminare.

 
Tangenti fiscali sulle pay-tv:Berlusconi era accusato di aver pagato tangenti a dirigenti
e funzionari del ministero delle Finanze per ridurre l'Iva dal 19 al 4 per
cento sulle pay-tv e per ottenere rimborsi di favore. La Procura di Roma ha
chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.

 
Stragi del 1992-1993:Le procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze, indagano da
molti anni sui «mandanti a volto coperto» delle stragi del 1992 (Falcone e
Borsellino) e del 1993 (a Firenze, Roma e Milano). Le indagini preliminari
sull'eventuale ruolo che Berlusconi e Dell'Utri possono avere avuto in quelle
vicende sono state formalmente chiuse con archiviazioni o richieste di
archiviazioni. Continuano però indagini per concorso in strage contro ignoti.

 
Telecinco in Spagna:Berlusconi, Dell'Utri e altri manager Fininvest,
responsabili in Spagna dell'emittente Telecinco, sono accusati di frode fiscale
per 100 miliardi e violazione della legge antitrust spagnola. Sono ora in
attesa di giudizio su richiesta del giudice istruttore anticorruzione di
Madrid, Baltasar Garzon Real.

 
Compravendita della SME:Berlusconi è stato assolto per prescrizione. Dal conto
corrente della Fininvest a quello del giudice Squillante attraverso un altro di
Cesare Previti, sono transitati 500 milioni di lire nel 1991. Il giudice ha
emesso la sentenza nel 2004: è stato un atto di corruzione da parte di
Berlusconi Silvio verso il giudice Squillante. Per altri fatti la prova è
contraddittoria oppure è insufficiente o manca. In un caso l'assoluzione è
completa.

 
Caso David Mills (sospetti):Berlusconi è "sospettato di aver fatto versare"
nel 1997 da Carlo Bernasconi, manager della Fininvest, "non meno di 600
mila dollari" sui conti svizzeri dell'avvocato inglese David Mills
"affinché dichiarasse il falso nel processo per le tangenti Fininvest alla
Finanza e in quello All Iberian". Le indagini sono in corso.



Ogni parola a questo punto è inutile, lascio a voi il giudizio e i pensieri, su questo criminale che per la terza volta andrà a governare la nostra "povera Patria" come suggeriva Battiato.

 
 
 

Aborto, Parola alle donne

Post n°7 pubblicato il 16 Marzo 2008 da med.usa2
 
Foto di med.usa2

Avendo letto l'articolo sulla legge 194/78 di Alberto Gilardi e condividendo con lui il messaggio che vuole trasmettere mi viene spontaneo riflettere su due punti:
- come può Ferrara dichiarare che l'aborto è una pena di morte legale? Come può usare termini come strage eugenica, razzista e sessista di innocenti?
- e forse in quanto donna mi viene da chiedermi perchè improvvisamente sono soprattutto gli uomini a parlare dell'aborto con tanto accanimento?
1) Per quanto riguarda il primo punto ci vuole un gran coraggio a paragonare pena di morte e aborto. Prima di tutto con la pena di morte si uccide un soggetto che è PERSONA, nel secondo caso è vero che si uccide una vita, ma non una persona. Non bisogna spaventarsi dell'utilizzo di un ermine per indicare un essere vivente. Mi spiego: l'embrione è certamente vita, nessuno dichiara il contrario, ma la stessa Corte Costituzionale dichiara che è bene tutelare primariamente la ssalute della donna che persona lo è già, rispetto a quella dell'embrione che persona lo deve ancora diventare. Sono numerosi i casi in cui a causa di malattie o gravi patologie la donna è costretta a ricorrere all'aborto terapeutico per salvaguardare la propria salute. Sono costrette a privarsi della felicità di diventare madri. Sentirsi accusare per questo di omicidio mi sembra molto eccessivo. Con questo discorso non voglio certo giustificare chi purtroppo ricorre all'aborto con leggerezza, purtroppo molto frequente nelle ragazzine che si trovano coinvolte in situazioni più grandi di loro, per immaturità e poca coscienza... ma questo è un altro argomento che non mi sento di affrontare ora.
2) Per quanto riguarda il secondo punto, forse essendo donna, mi viene spontaneo chiedermi come mai è diventato sempre più imponente l'interesse maschile a questo argomento? Le donne non hanno mai posto la questione in termini di pro e contro. E' un fattore di coscienza, di libertà di scegliere. Anche quelle donne che non abortirebbero mai non hanno mai giudicato o condannato chi l'ha fatto, confidando nel fatto che se una donna prende una decisione del genere, l'ha fatto sicuramente riflettendo a lungo e per buone ragioni. Anche perchè bisogna ricordare che una donna conosce i rischi legati alla pratica dell'aborto e quindi sceglie consapevolmente. Su alcuni articoli ho letto commenti sul fatto che le donne hanno un'ingiustificata paura della gravidanza, che ricorrono all'aborto perchè irresponsabili. Ma questi grandi esperti (sempre uomini) non riescono ad andare oltre? Ad immaginare i reali motici che possono esserci dietro ad un aborto? Povertà, problemi di salute, stupri. Per non parlare di recenti statistiche che dimostrano che la maggior parte delle donne che hanno ricorso all'aborto, l'han fatto perchè lasciate sole. Quindi fatemi capire bene: all'uomo è concesso aver paura della gravidanza? E' concesso fuggire davanti alla responsabilità più grande? E' concesso non diventare padri per scelta? E' concesso agli uomini violentare, stuprare ragazzine e donne? A voi la risposta....
Io credo che alle donne sia concesso scegliere...

E. Sinibaldi

 
 
 

Tasse si - Tasse no 

Post n°6 pubblicato il 15 Marzo 2008 da med.usa2
 
Foto di med.usa2

 



L’argomento tasse, estremamente
attuale, necessita di un notevole sforzo per essere esplicato esaurientemente.
Per ottenere un analisi chiara bisogna svolgere un esercizio non semplice a
tutti: abbandonare la propria ideologia politica e analizzare i meri fatti. L’economia mondiale sta vivendo
un periodo estremamente tumultuoso a causa della crisi dei mutui e dell’innalzamento
continuo del prezzo del petrolio (su richiesta sarò lieto di occuparmi della
congiuntura economica internazionale). Il clima di incertezza internazionale
danneggia di riflesso tutti gli stati sovrani. L’Italia dopo un periodo di
crisi, post 11 settembre, aveva iniziato una timida ripresa economica in
concomitanza della vittoria politica di Prodi, circa 2 anni fa. Il PIL iniziava
a puntare verso l’alto e le premesse erano di una ripresa in piena regola. Per
capire appieno il motivo dell’attuale crisi dobbiamo chiederci cosa l’ha
causata, ma prima individuiamo (in modo sintetico) i fattori che possiedono il
potere di influenzare, nel bene e nel male, il mercato:
1_Lo stato
2_L’Europa (BCE e Politiche
Comunitarie)
3_I consumatori.
4_L’inflazione
Questi attori negli ultimi due
anni hanno concorso alla formazione di questa crisi, vediamo come:
1_Il governo Prodi, quantificato
il debito pubblico, si è presto reso conto che fosse necessario (allora come
oggi) una riduzione dell’indebitamento. La soluzione escogitata fu l’aumento
delle tasse, le quali hanno colpito TUTTI i contribuenti. Questa manovra
fiscale ha portato un extra gettito che ha dato vita al famoso “tesoretto”.
Nonostante le maggiori entrate, il debito pubblico, motivo dell’innalzamento
delle tasse, non è comunque diminuito e i nostri soldi sono magicamente
scomparsi….
2_La BCE, continuando la sua
testarda lotta all’inflazione, mantiene alto il tasso di interesse,
responsabile dell’innalzamento delle le rate dei mutui che stanno strangolando
molte famiglie italiane…
3_I consumatori, che non hanno
goduto di grossi aumenti dei loro stipendi in questi ultimi anni, assistono a:
prezzi sempre più alti dei generi di consumo essenziali, aumento delle rate dei
finanziamenti a causa dei tassi e a tasse indiscriminate.
4_L’inflazione nel mese di
febbraio si è attestata al 2,9% ma se si guardano solo i beni di prima necessità
la troviamo al 5%.....
Orbene, il problema che affligge
le famiglie è di avere a disposizione le stesse modeste risorse economiche di
qualche anno fa, ma con i prezzi dei prodotti indispensabili notevolmente
aumentati e con tasse pesanti come macigni. Con delle premesse simili è ora
facile capire la crisi dei consumi che sta rallentando il nostro PIL e il
disagio degli imprenditori che si trovano in difficoltà. Alcuni politici durante
questa campagna elettorale promettono una riduzione delle tasse e tale promessa
non risulta essere utopica, ma deve essere coadiuvata da politiche di riduzione
della spesa pubblica. Dovrebbe ora risultare chiaro che se un politico promette
di abbassare le tasse non è un ciarlatano ma semplicemente sta pensando ad un
insieme di politiche fiscali ed economiche simili al modello Americano dove lo
stato “costa” poco ai cittadini. Il sistema Americano, difficilmente
applicabile all’Italia, porterebbe dei benefici alle classi più abbiente a
discapito delle meno fortunate, basti pensare al sistema sanitario gratuito
inesistente…..*
La mia analisi, discostata da
logiche di partito, è ben lungi dal voler esprimere un personale giudizio sui
programmi elettorali, ma ha la sola presunzione di analizzarne la veridicità e
la realizzabilità.
* Il sistema sanitario Americano
è totalmente a pagamento e i cittadini sono obbligati a sborsare ingenti
quantità di denaro per assicurazioni sanitarie che li tutelino; chi non se le
può permettere o non si fa curare, o soffre, o muore….

 

A. Clementi

 
 
 

Aborto, diritto o reato?

Post n°4 pubblicato il 12 Marzo 2008 da med.usa2
 
Foto di med.usa2

Ho deciso di affrontare un argomento molto caldo in questi
giorni. La speranza è quella di parlarne nel modo più sereno possibile,  analizzando le conseguenze che ogni scelta
comporta; in quanto televisione e giornali, tanto per cambiare, non ne parlano.In Italia, l’aborto è stato legalizzato con la legge
194/1978, a seguito delle numerose manifestazioni che avevano come protagoniste
le donne contro l’etica cattolica, come nemico principale. La suddetta legge ha
inoltre istituito dei consultori informativi.
Da cosa è nata questa legge? Com’era la situazione in quegli
anni?
Facciamo una piccola parentesi storica (secondo me, è
fondamentale nello studio di qualunque cosa individuare il periodo storico). L’aborto, prima del 1978, non era una pratica sconosciuta,
anzi veniva puntualmente utilizzata.
Se veniva effettuato un aborto intenzionale, la donna e
l’esecutore materiale rischiavano dai due ai cinque anni di reclusione (ex art.
546 cp).
Pur essendoci questa legge, gli aborti venivano fatti
ugualmente in modo clandestino. Fare interventi chirurgici clandestinamente è
sinonimo di bassa qualità, enormi rischi per il paziente, nessuna garanzia di
alcun genere e esborsi elevati per chi voleva ricorrere a tale pratica. Coloro che non volevano ricorrere a tali pratiche abusive si
recavano in paesi europei in cui esso era permesso e garantito (Olanda e
Inghilterra, in primis). Si è voluta fortemente la legge 194 per queste persone, per
combattere la clandestinità, per dare più tutele alla madre durante
l’intervento e nel periodo post-intervento.
In Italia la contrattazione politica è stata molto più
combattuta che in altri stati occidentali, questo è stato causato dalle fortissime
radici religiose della nostra nazione.
Ora, nel 2008, si è tornati a dibattere sulla legittimità
etica di questa legge.
L’aborto, pur orrendo che sia, è comunque da considerarsi un
diritto della donna. Diritto vuol dire che è la donna ,nel pieno delle sue
facoltà, a scegliere se continuare la gravidanza oppure interromperla. Negare questa possibilità vuol dire decidere sul futuro
della donna e del bambino; è soppressa una libertà fondamentale dell’individuo:
la libertà di scegliere.
Andando oltre all’aspetto etico dell’argomento, analizziamo
le conseguenze di un ripristino di reato per il ricorso all’aborto intenzionale.
Qualunque legge proibizionista genera un sottobosco di
criminalità, in questo caso, come negli anni 70, una nascita di sale operatorie
abusive.
La medicina clandestina, come spiegato sopra, porta ad
interventi di bassa qualità, con rischi enormi per il paziente. Se una donna è
consapevole dei disagi che provocherà il nascituro, cercherà l’intervento
nell’illegittimità. Inoltre con l’eliminazione delle frontiere europee, e con
l’introduzione della cittadinanza europea, si verificherà puntualmente un esodo
verso le cliniche transalpine, dove viene legalmente praticato da molti anni. Analizzando le conseguenze, uno Stato che intende tutelare i
cittadini, proibendo l’IVG (Interruzione volontaria della gravidanza) favorirà
la criminalità, oltre che la limitazione dei diritti ai cittadini. Questa
abolizione non debellerà il ricorso alla pratica di interruzione di gravidanza
perché essa è praticata in tutto il mondo occidentale. Se un fenomeno esiste, indipendentemente che esso sia
eticamente corretto o meno, uno Stato deve cercare di tutelarlo, di controllare
le modalità di effettuazione dello stesso e offrire garanzie e tutele per gli
individui coinvolti.
Una persona può essere favorevole o contraria all’aborto, ma
negare ad un'altra persona il diritto di scegliere cosa fare della propria vita
costituisce un attentato ai diritti fondamentali della donna e dell’individuo.
Diritti che sono stati conquistati dopo dieci anni di
manifestazioni, prese di posizione e scontri politici, che hanno caratterizzato
quegli anni.

 
A. Gilardi

Per maggiori informazione ecco il link della legge 194/78.

 
 
 

Questione di voto Diritto di replica

Post n°3 pubblicato il 12 Marzo 2008 da med.usa2
 
Foto di med.usa2

Dopo aver letto con attenzione l’articolo del caro amico A. Gilardi e i relativi commenti non ho potuto fare a meno di brandire carta e penna per porre delle puntualizzazioni.
Il concetto paradigmatico da cui iniziare una riflessione accurata sul voto è il seguente: la politica, come l’economia, è influenzata dall’evoluzione della società. Partendo da questo presupposto possiamo notare come molti concetti validi, nella teoria, siano oggi meno applicabili che nel passato. La suddivisione delle metodologia di voto non rispecchia l’esatta realtà in quanto, oggi, la società non è più divisa tra rosso e nero. Oggi il voto per ideologia si sta lentamente affievolendo a causa della crisi politica e culturale che imperversa ormai da anni. Non molti decenni fa i giovani scendevano in piazza con bandiere rosse o nere, con manganelli e catene per far valere il loro pensiero e per una cultura politica densa e radicata. Oggi le uniche bandiere sono quelle delle squadre di calcio poiché ai giovani della politica importa poco o niente. La generazione intermedia, chi oggi ha dai 30 ai 40 anni, vota invece secondo un pensiero indipendente ma distaccato dall’ideologia stessa che sta alle fondamenta di questo o di quel partito. Un tempo erano definiti “qualunquisti”, oggi “moderati”, ma nomenclatura a parte, il senso del loro voto è meramente casuale…..Lo si potrebbe definire, utilizzando un ossimoro, ponderato…..in quanto esso varia semplicemente in base a chi promette di più, o a chi pare il “male minore”. Questo voto è un evoluzione del voto di scambio, di quelle rendite politiche tanto care a Max Weber, ma delle quali oggi il comune cittadino non sente più i benefici. Per trovare ancora vivo il voto per ideologia bisogna cercare negli anziani, quelli che a loro tempo furono i sessantottini, i nostalgici di vecchi regimi, e gli utopisti di regimi che oggi arrancano verso la democrazia. Anche loro comunque alle prossime elezioni saranno spaesati, davanti a 5 schede con 30 simboli, senza trovare la loro la fiamma tricolore o la falce e il martello.
La classe politica ha recepito la crisi di identità delle ideologie standard e puntano su partiti molto simili, come il Popolo delle libertà e il Partito democratico che presentano programmi fotocopia e sono composti dalle solite muffe riciclate. Chi resta fuori da questo dualismo politico si renderà conto di quanto pesano i moderati e quelli cresciuti senza la politica tra le loro priorità.
Per quanto riguarda invece le tasse il problema non è ideologico ma “metodologico”. Il centro-sinistra vorrebbe risanare lo stato attraverso l’innalzamento delle tasse, soffocando così i consumi a discapito della crescita economica, mentre il centro-destra vorrebbe alleggerire le tasse e le spese per aumentare la produttività e la percezione del benessere causando però l’aumento dell’inflazione. (E’ empiricamente dimostrata la seguente legge: un maggiore sviluppo economico causa maggiori prezzi che a loro volta causano maggiori salari che portano ad un costo della manodopera maggiore ed a un costo delle esportazioni maggiori). La diatriba non dovrebbe essere su tasse più alte o più basse ma sul motivo di questa crisi economica. Essa è causata dalla crisi del modello Keynesiano assistenzialista, estremizzato dalla DC del dopoguerra. La soluzione sarebbe una riduzione dei privilegi ai quali lo stato italiano ci ha abituati…..ma chi sarebbe cosi lungimirante da rinunciarvi per un beneficio di cui godranno solo le generazioni future?


A. Clementi

 
 
 

Questione di voto

Post n°2 pubblicato il 09 Marzo 2008 da med.usa2
 
Foto di med.usa2

Come si vota in Italia? Cosa porta il cittadino a votare uno schieramento piuttosto che un altro?
Procediamo per punti, ci sono tre tipi di voto:
- voto di appartenenza: basato su un ideologia precisa, secondo la quale l'individuo si identifica nei valori che il partito intende difendere, e non cambia mai schieramento. Il cittadino, se usa questa tipologia non effettua alcuna analisi critica del programma elettorale;
- voto di scambio: il cittadino, dopo aver preso visione dell'offerta politica decide di schierarsi verso coloro che promettono maggiori benefici alla categoria sociale di appartenenza;
- voto di opinione: l'elettore decide, di volta in volta, dopo aver preso visione dei vari programmi offerti, quello che dal punto di vista etico risulta essere il più corretto, ma non è detto che debba essere a vantaggio dell'individuo stesso.
In italia, il tipo di voto dipende molto dalla generazione a cui si appartiene, infatti le generazioni più vecchie adottano ancora molto il voto di appartenenza; quindi si può dedurre che è difficile che cambino fede politica, in quanto è presente in loro un forte idealismo politico.
Nelle generazioni medie possiamo fare un’ulteriore classificazione sulla base della cultura e classe sociale. Coloro che fanno parte di classi sociali meno acculturate votano secondo la dottrina del “voto di scambio”, in quanto eleggono la fazione che promette una serie di benefici a loro favorevoli, senza domandarsi se effettivamente tali promesse saranno adempiute. Questo comportamento è giustificato dalla mancanza di basi culturali, di spirito critico.
Per le classi più formate si devia verso un voto di opinione, in quanto si ha una maggior consapevolezza della res pubblica, e si hanno conoscenze tali, da permettere un interpretazione critica delle varie proposte dei partiti.
Logicamente, le campagne elettorali dei partiti hanno come target elettorale gli individui che votano in base agli ultimi due criteri suddetti, perchè sanno che le persone che si recano alle urne secondo il criterio del voto di appartenenza non si ricredono sulle loro scelte facilmente.
Un riscontro pratico di quello che ho appena esposto lo avremo nelle elezioni di aprile, nelle quali si presenteranno partiti, Sinistra Arcobaleno e La Destra, che non rinunceranno alla loro posizione perché contano sui voti di appartenenza.
L'Italia è un paese in cui il voto di appartenenza è superiore alla media europea, questo anche per la storia che la nostra nazione porta dietro di sé, dove ci sono stati grandi leader della sinistra e grandi antifascisti, dove esistono radicate convinzioni cattoliche che hanno caratterizzato la storia italiana del secolo scorso.
Per concludere, la lotta al voto che ci sarà nei prossimi giorni sarà soprattutto orientata verso le fasce dell'elettorato che votano dopo aver preso visione dei programmi elettorali offerti dai partiti. Sarà nel giudizio del cittadino valutare bene, cercando di essere critico con tutte le fazioni candidate e barrare il simbolo che è più realista e meno abbindolatore.
Nella democrazia ogni voto ha lo stesso valore di un altro, ogni cittadino ha nelle sue mani il potere di decidere l’andamento della nazione, un potere enorme, e per esercitarlo tantissime persone hanno protestato, combattuto e in molti casi sacrificato la propria vita con la speranza che questo diritto sia esercitato nel modo più responsabile possibile.
Ogni elettore ha una responsabilità ed un potere enorme, non sprechiamo quest'unica possibilità di dire la nostra opinione e far sentire la nostra voce. Votiamo con la testa.


A. Gilardi

 
 
 

Diritto all'informazione

Post n°1 pubblicato il 07 Marzo 2008 da med.usa2
 
Foto di med.usa2

Ispirandomi ad un articolo
presente sul sito del Corriere, scritto da Mieli (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/12_Dicembre/24/mieli.shtml)
volevo cercare di analizzare questo tema, di fondamentale e necessaria
importanza.
Osservando il sito Reporter Sans
Frontiere, http://www.rsf.org , dove vengono
pubblicati gli indici sulla libertà di
stampa nei vari paesi, si osserva come l’Italia, nel 2008 si trovi in 35 °
posizione. La fonte è tra le più autorevoli nel campo, si batte contro la
censura, e per l’obiettività dell’informazione in tutto il mondo.
Torniamo al caso italiano, vengono considerati più liberi di noi paesi
come Ghana, Namibia, Serbia, e la cosa più sconvolgente che in questi ultimi
due anni siamo in forte ascesa, nel 2004 e 2005 eravamo intorno alla 50 – 60
posizione, tra il Kosovo e la
Georgia.
Questo non penso che sia un dato
che stupisca molto, dato che per 5 anni il 90% dell’audience televisivo era
soltanto in due mani. Cito solo il caso televisivo perché è sicuramente, e di
gran lunga, il mezzo di informazione più seguito in Italia, più accessibile, economico
e meno impegnativo.
Ora penso che sia inutile parlare ancora di
editti bulgari, finanziamenti ai giornali ecc. non vorrei entrare in temi già
descritti e dibattuti da persone ben più autorevoli e competenti del
sottoscritto.
Ma quanto conta l’informazione in
una democrazia? Quanto è vitale che sia obiettiva e vera?
In una democrazia, il titolare
del potere è il popolo. Noi votando, deleghiamo il nostro potere a persone che
per un periodo, fanno quello che vorremmo che fosse fatto da noi. Inoltre lo
Stato è finanziato principalmente con le nostre tasse, quindi di conseguenza
ogni italiano è anche un imprenditore, quindi è titolare del potere sovrano e
finanzia lo Stato.
Spero di essere stato chiaro.
Ognuno di noi penso che abbia l’interesse ad essere informato su come vadano le
cose ai nostri delegati, su come vengono spesi i nostri soldi; il modo che
abbiamo per far si di “controllare” i nostri delegati ci viene dato dalle
agenzie di informazione. Se queste agenzie di informazione, che dovrebbero essere
un po’ il cane da guardia dei nostri interessi, sono controllate dal
controllato, penso che sia chiaro che c’è un forte conflitto di interessi.
Mieli nel suo articolo dice che la
libertà di esiste solo se i giornali, gli organi di informazione in generale,
hanno il potere, la capacità e la volontà di opporsi al potere. Se la stampa è
compiacente, infatti, essa finisce molto rapidamente per non contare più nulla,
per non avere più potere, per non essere più il nostro cane da guardia, ma di
essere, come suggerisce Travaglio, il cane da compagnia o da riporto, al
servizio del potere.
Benedetto Croce in una delle sue
rasi più famose disse che il buon giornalista, ogni mattina deve dare un
dispiacere a qualcuno. Il giornalista deve essere visto come un battagliero,
che scrive informando il cittadino, sulla verità, anche a costo di finire in
qualche aula di tribunale. Ma se ha detto la semplice e pura verità, allora non
si ha nulla da temere, ha fatto il suo mestiere nel modo più onorevole
possibile.
La moda odierna è quella di
sopprimere i fatti, deviarli, modificarli. I fatti sono la fonte prima
dell’informazione, senza i fatti ci sono solo le opinioni, e con queste ultime
si può sostenere tutto e il contrario di tutto. Con i fatti no.
Il valore da salvare non è tanto
l’obiettività, in quanto è impossibile: ognuno di noi ha i suoi interessi e le
sue opinioni, con la sua visione del mondo. Non si può immaginare un essere
vivente che non partecipi ad un avvenimento con le sue passioni.
Il vero principio giornalistico è
quello dell’imparzialità.
L’imparzialitò è la buona fede del giornalista, è la
capacità dello stesso nel raccontare le cose, è la competenza. La competenza di
svolgere il suo mestiere, di verificare le fonti.
Poi è umano raccontare i fatti in
modo diverso, ogni giornalista cercherà di mettere a fuoco aspetti diversi. Per
esempio in una guerra, il giornalista pacifista darà maggior attenzione alle
vittime, ai feriti, quello non pacifista darà più peso agli aspetti militari e
politici dello scontro. L’importante è che i due giornalisti possano assistere
ai fatti nella massima libertà e scrivere in buona fede. Il pluralismo e
l’imparzialità sono antidoti contro l’utopia dell’obiettività.
Concludendo, io vedo la mia
difficoltà nell’accaparrarmi notizie attendibili, devo cercare la firma negli
articoli, in quanto so di chi fidarmi e di chi no, devo leggere libri, collegarmi
a siti precisi, altrimenti dovrò sorbirmi un’informazione deviata, non
attendibile.
Sarebbe bello vedere tutto questo
nei fantomatici telegiornali, dato che sono il principale mezzo di informazione
in Italia, quindi hanno un influenza enorme sull’opinione pubblica, che servono
notizie vere ed utili, non notizie di comodo, notizie che servono a riempire
spazi, o a coprire qualche misfatto del loro protettore.Per dovere di cronaca, alcuni esempi e frasi sono state prese dal libro
“La scomparsa dei fatti” di Marco Travaglio.





Alberto Gilardi

 
 
 
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