Partenope

Post N° 42


In ritardo per i bilanci di fine anno in anticipo per quelli che precedono il mio compleanno, mi ritrovo a riflettere sul grande cambiamento e sulle sottili ..importanti differenze che caratterizzano la mia nuova vita, in questa città molto bella ma così diversa dalla mia.A scatenare questa analisi pomeridiana è stata la sirena di un’ambulanza, che da lontana si è fatta di secondo in secondo sempre più vicina e che mi ha portato, come un riflesso condizionato, ad avvicinarmi alla finestra per localizzare il mezzo. Ho così potuto intravedere che il paziente oggetto di cure era un signore anziano che abita nel mio palazzo. In un compostezza irreale, gli infermieri lo hanno caricato sul mezzo e sono ripartiti portandosi dietro il rumore della sirena. Ho alzato gli occhi alla ricerca di qualche altro essere umano per avere notizie del poveretto e solo allora ho compreso di essere l’unica presente. Lo stesso episodio nel mio quartiere, nel napoletano, avrebbe avuto un accompagnamento diverso. Il suono della sirena non avrebbe attirato solo la mia attenzione ma quella di tutte le abitazioni limitrofe, ci sarebbe stato una sorta di riunione condominale per comprendere il motivo della presenza dell’ambulanza succeduta poi da una solidarietà per la famiglia oggetto della disgrazia. Il forte bisogno di calore, forse sostenuto da una carenza ambientale, ci porta a ricercare e dare sostegno a quanti vediamo in difficoltà. Necessitiamo di contatto umano, di sorrisi, di lacrime, di nervosismo, di qualsiasi reazione ma non sopportiamo…e non tollero indifferenza ed è forse questo il nodo dolente, accompagnato certo da enormi note positive, lavorative innanzitutto, a cui non so ancora e forse mai mi abituerò.