Lo smog uccide più della suina:450 morti all’annoTORINO 04/12/2009 - Secondo gli esperti, l’unica soluzione a nostra disposizione sarebbe buttare via tutte le auto in circolazione e sostituirle con futuribili veicoli elettrici. Colpa della conformazione geografica della Pianura Padana: una conca piena di nebbia che, specie d’inverno, renderebbe vana gran parte dei provvedimenti anti- traffico delle nostre amministrazioni. Eppure lo smog, problema silenzioso e subdolo di cui si è tanto parlato negli ultimi giorni, - ma in politica, a causa dell’avviso di garanzia ricevuto dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ( oltrechè dal sindaco Moratti e dall’ex vicepresidente della Provincia Podestà) -, lo smog uccide più di tante malattie su cui è vigile l’allarme sociale: solo a Torino si tratta di 400-450 morti l’anno. Lo dicono i numeri, tratti da uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità datato 2006, che analizzava 13 città italiane stimando in 8.220 i decessi annui dovuti all’i n qu i n amento cittadino.Morti carogna, quelle dovute alle micro-polveri, perché difficili da scoprire. «Le polveri entrano nei polmoni - spiega Ennio Cadum, epidemiologo dell’A rp a Piemonte - e finiscono in circolo, provocando alterazioni nella coagulazione del sangue » . Gli effetti? « Un aumento di angina pectoris, infarti e ictus. L’inquinamento provoca poi aritmie cardiache e i rischi aumentano per asmatici, diabetici e persone che già soffrono di disturbi cardiaci ». Un quadro disastroso, in cui, almeno sotto la Mole, «i trasporti incidono per il 60-70 per cento, l’industria per il 10 per cento, il riscaldamento per l’8». A Torino i livelli di pm10 nell’aria si sono ridotti del 25 per cento in tre anni, grazie al miglioramento tecnologico del parco vetture, ma restano ampiamente oltre i limiti imposti dall’Unione Europea, che per giunta si abbasseranno a 20 microgrammi a metro cubo dal prossimo anno.E anche a Torino, nel giugno 2007, il Codacons presentò un esposto in Procura analogo a quello inoltrato a Milano (e in altre 9 città italiane) che ha originato l’avviso di garanzia a Formigoni. La denuncia pone le sue basi su un decreto ministeriale del 2002, in cui si prescrive, per i sindaci dei comuni a rischio di superamento dei limiti, l’obbligo di limitare la circolazione dei veicoli. «Comuni e Regioni - attacca l’avvocato Marco Donzelli, presidente del Codacons per il nord Italia - devono garantire il non superamento del limite di 35 sforamenti, soglia massima prevista per legge. Quindi, secondo noi, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino e la presidente della Regione Mercedes Bresso dovrebbero attuare limitazioni del traffico ogni volta che si rischia di violare la normativa ». A Milano un’indagine commissionata dal Comune ha quantificato in 53mila (fra il 2007 e il 2008) i passaggi nei pronto soccorso ospedalieri causati dall’inquinamento. Forte di questo dato, il Codacons ha presentato un secondo esposto e ha annunciato l’avvio di una class action contro gli enti locali milanesi. Se avrà successo, spiega l’associazione dei consumatori, l’operazione potrebbe essere ripetuta anche a Torino.Andrea Gatta Da Torino Cronaca Quì -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- A Milano per gli stessi motivi è scattato un avviso di garanzia per i vertici delle amministrazioni regionali, provinciali e comunali, a Torino non è successo niente, chissa perché.LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI.