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LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI


VIGEVANO Condannare Alberto Stasi a 30 anni di carcere, perché gli indizi che portano a lui sono «inequivocabili» e non merita alcuna attenuante per le sevizie sul corpo di Chiara. È la richiesta avanzata per la seconda volta dai Pm Rosa Muscio e Claudio Michelucci al Gup di Vigevano, Stefano Vitelli, davanti al quale si sta celebrando il processo con rito abbreviato nei confronti del giovane imputato per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, massacrata a Garlasco il 13 agosto 2007. I due pm, che si sono alternati nella requisitoria, hanno concluso, come avevano già fatto lo scorso 9 aprile (prima dello stop al processo con la richiesta del giudice di quattro perizie), sostenendo senza alcun dubbio la responsabilità di Alberto.Fu lui, quel giorno, a uccidere Chiara tra le 12,46 e le 13,26, in quell'arco di 40 minuti intercorso tra due delle otto chiamate fatte dal giovane, o dal telefono di casa o dal proprio portatile, sul cellulare della ragazza. Telefonate che risultano senza risposta. Secondo l'accusa, come ha detto il pm Rosa Muscio, le perizie disposte dal Gup «non hanno modificato il quadro accusatorio», eccetto quella informatica, che bene o male ha portato la Procura a rideterminare l'ora della morte. Non solo perché a suo avviso quando Chiara venne trovata senza vita non c'erano i segni del rigor mortis e le macchie di sangue sul pavimento erano fluide, ma anche in base alle indicazioni degli ingegneri Roberto Porta e Daniele Occhetti: Alberto, il giorno del delitto rimase davanti al pc dalle 9,35 alle 12,20 anche se, per i pm, avrebbe lavorato su quattro pagine della tesi che non erano nemmeno impegnative.Solo dopo, ipotizzano gli inquirenti, avrebbe avuto il tempo di assassinare Chiara e fuggire. Per i due pm c'era la volontà di uccidere. Il processo riprenderà domani, quando la parola passerà alla difesa. Sono state fissate, salvo imprevisti, altre udienze il 15 e il 17 dicembre, giorno in cui il Gup Stefano Vitelli entrerà in camera di consiglio per la sentenza.Francesca Brunati11/12/2009I legali: il quadro d'accusa non regge.In serata la richiesta di assoluzioneVIGEVANO«Le certezze sono che Chiara fino alle 9 era viva e che Alberto fino alle 13,30 era a casa. Lo dimostrano i tabulati telefonici e il computer».Ha esordito così il professor Angelo Giarda, uno dei difensori di Alberto Stasi, al processo con rito abbreviato in corso a Vigevano in cui il giovane è imputato dell’omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007. I difensori di Stasi nel corso della loro arringa stanno cercando di smontare le ipotesi della accusa per sostenere che Alberto la mattina del delitto aveva un alibi e che dunque è innocente in base a quanto evidenziato anche dai risultati delle perizie disposte dal gup Stefano Vitelli. Tra i vari passaggi, come già ieri aveva anticipato l’altro legale di Stasi, l’avvocato Giuseppe Colli, la difesa metterà in luce come è possibile che parte civile e accusa, se il quadro indiziario, come dice la Procura, è concordante, preciso e grave, collochino l’ora della morte in orari così diversi. È un punto su cui i due avvocati esprimono le loro perplessità per arrivare a concludere che il quadro accusatorio «non regge». Si prevede che l’arringa della difesa andrà avanti per parecchie ore e dovrebbe concludersi in serata con la richiesta di assoluzione del giovane. Notizia ansa.                                                                                              ---------------------------------------------------------------------------------------Avanti il prossimo. Il prossimo fra qualche giorno sarà Alberto Stasi condannato senza uno straccio di prova.Considerate le attenuanti generiche ecc. ecc. questa corte condanna Alberto Stasi a sedici anni di detenzione carceraria.MI AUGURO CON TUTTO IL CUORE CHE I FATTI POSSANO SMENTIRMI