parto da papà

Paragrafo 1.3c - La domanda del ginecologo


c.        LA domanda del ginecologo
Siamo ancora all’inizio: lei è incinta, la porti ovunque, si veste come il Gabibbo e ha cambiato da poco ginecologo perché quello da cui va da vent’anni all’improvviso non è più capace. Non di partorire vostro figlio!Chiunque sia quindi questo nuovo specialista, la prima e costante domanda che costui rivolgerà alla tua compagna, da oggi e per tutti i nove mesi (amen), sarà l’inevitabile: “Data dell’ultima mestruazione?”Non ci sarà un “buongiorno”, né un “signora la trovo bene”, né tantomeno un “eccole il suo Martini senza oliva per via della toxo” (il che sarebbe effettivamente chiedere troppo: lasciamo pure che gli scappi quell’oliva, orsù).Bene, il dottor “maleducato” andrà bene anche cosi: senza sorrisi, senza troppi convenevoli, ma almeno guardarvi in viso una volta!Devi sapere infatti che il ginecologo non è pagato per creare con le sue pazienti un legame sul piano umano; per lui la tua compagna è semplicemente un guscio esterno, un oggetto a scadenza controllata, uno strumento per raggiungere il vero protagonista di tutto questo macchinoso processo: il picco nel suo conto in banca.E’ vero, al ginecologo basterebbe poco sforzo per mettere più a loro agio le sue pazienti: leggere la lista degli appuntamenti per salutare le sue pazienti con il loro nome; tenersi a costo zero un tirocinante per salutarle al posto suo; programmare il computer per leggere il dato dalla scheda della paziente di turno e lanciare al suo ingresso un sonoro e metallico: “Ciao Lucia tutto bene oggi?”Tutto ciò non avverrà mai, quindi cosa potreste fare per sdrammatizzare il momento? -         stamparvi una maglietta stile “detenuto” con scritto sopra a caratteri cubitali la data in questione;-         spiazzare il medico con una veloce presentazione: “Salve siamo i coniugi duesettembreduemilaundici, come sta oggi?”-         rispondere alla sua domanda portando la data dell’ultima mestruazione indietro di soli due mesi e godervi il suo crescente imbarazzo nello scoprire una situazione molto problematica;-         rispondigli tu con simulata sorpresa: “Ma io non ovulo, e poi come si permette?”.In ogni caso lo scopo è strappare un sorriso al medico, spezzargli la routine per permettergli di registravi nella sua memoria a lungo termine, dopodiché le cose potrebbero prendere una piega più rilassata (continuate in ogni caso a soprassedere sulla gaffe dell’oliva).Certo che se per pura coincidenza la tua compagna si chiamasse proprio come la data delle sua ultima mestruazione, il tutto filerebbe via senza complicazioni.