Il blog di Patricia

Post N° 11


MEDEA Vomiterò veleni sul vanto virginale che di vergogna ora mi veste Mi levasti fra le braccia bambina ed il mio corpo per primo piegasti con le carezze il cui fuoco d’assenza ora brucia la pelle Rabbia rivolta a rancida realtà risucchia nel ribrezzo i ricordi di rosa Io maga io donna io serpe io furba io moglie io madre - io madre madre madre - dal ventre gravido di seme indegno Figli fato filo folle di fiamme fardelli futili a farsa finita Stanco poggiavi la mano sul ventre a sorridere d’un calcio invisibile - è nostro figlio – dicevi – per sempre i tuoi occhi nei miei occhi – per sempre Disadorno domani delitto dannato dinanzi agli dei distruggo i tuoi doni Mai volli nulla senza il marchio di te né uomo o terra o figlio senza il tuo sole sorriso al risveglio perisca il frutto di lama innocente Livore di lama lambisca languidi lineamenti latori di lascive lusinghe Non lava quel sangue la pena di rosso dolore tatuata Non lava quel sangue l’orrore di me che me stessa ho svenduto Innocenti immemori ingannati - sguardi sorpresi sorrisi stuprati - nel nulla navigo maledicendo Me Madre Medea