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Marcellino e l'obolo


  Un dì uggioso in pieno invernoUna mamma un po' annoiataEsclamò al figlio taciturno:"Amore, voglio farti una crostata!""Di farina v'è un bicchierePrendi un soldo e torna prestoFammi un salto dal droghiereE riporta indietro il resto"Si chiamava MarcellinoAssai buono e senza preteseSi coprì col cappottinoE ubbidiente in strada sceseA due passi dal negozioV'era un uomo di malaspettoUn di quelli forzati all'ozioUn cristiano senzatettoSi rivolse al fanciulloCon voce roca e sguercio occhio "Tu sei un giovin dolce e belloHai un soldino per codesto vecchio?"Marcellino guardò all'insùEbbe pena pel meschinoRicordò una parabola di GesùE gli stese il suo soldinoIl barbon lo benedìTirando il fiato fra la tosseMarcellino proseguìE allo spaccio si diresseMa quell'obolo dov'era?Ahi!Investito in buona azioneA mani vuote tornar giammaiSorte certa punizioneLa paura lo rese temerarioEd optò per l'insano gestoRubare solo il necessarioFuggir poi via lesto lestoEra invero un po' ingenuottoFu scoperto nell'atto ardito"Che cos'hai nel cappotto?"Urlò il droghiere imbestialitoSi radunò la folla appressoTutti in coro ad accusareMarcellino diventò di gessoCol desìo di sprofondareUn gendarme tra la follaSi fece largo fra il boatoTirò il ladruncolo  per la spallaLo spinse a calci al commissariatoMentre stavano arrivandoSpuntò di nuovo quel barboneCantava allegro  balbettandoAvea appena vinto un milioneS'era speso un soldo al giocoProprio quel di Marcellino  Da barbone a conte in così pocoGodè una vita di puttane e vinoFu presto emessa la condannaIl bimbo non riuscì a fiatareDi lì a poco morì la mammaSopraffatta dal doloreAl riformatorio fu internatoUscì già grande e impazzitoTutti l'avean rinnegatoFinì per strada impoveritoMarcellino morì ben prestoLa mano tesa avvolta in ghiaccioL'ultimo obolo chiese a CristoChe lo accolse nel suo abbraccio