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D'Alema a Bari: il pd non è un'associazione a delinquere

Post n°27 pubblicato il 01 Agosto 2009 da fulviocal

Da "l'Unità" di Sabato 1 Agosto

D'Alema a Bari: il pd non è un'associazione a delinquere

di Maria Zegarelli

MassimoD'alema 

Parla a Bari proprio nel giorno in cui i giornali raccontano dell’inchiesta che vede coinvolti i partiti del centrosinistra e un parlamentare del Pd. Da qui parte Massimo D’Alema, in una sala dello Sheraton con solo posti in piedi, dove le generazioni di democratici ci stanno tutte: dai più giovani a quelli che fecero la prima tessera Pci, o Dc o mai nessuna. Intanto dice: «Questo congresso non sarà una rissa sanguinosa, ma un confronto civile, un dialogo tra candidati». Poi, a nome «di tutti i democratici della Puglia» ribadisce il «grande rispetto per la magistratura», ma all’opinione pubblica ricorda , nel mezzo di un lungo applauso,«che questo partito non è un’asociazione a delinquere e non ha nulla a che fare con la criminalità organizzata».

Dunque, nessuno pensi, compreso Maurizio Gasparri che non perde occasione, di mescolare vicende giudiziarie con dibattito politico. L’incontro, nel corso del quale è stato presentato il candidato dell’area Bersani alla segreteria pugliese, Sergio Blasi, non può che essere l’occasione anche per affrontare quello che qui rischia di diventare uno scontro al calorbianco: la candidatura del super sindaco Michele Emiliano, uomo dal carattere forte, appena uscito vincitore dalle amministrative. «Emiliano ha detto che la sua vuole essere una candidatura unitaria, ma non c’è unità», dice. Usa parole di grande stima per il primo cittadino, «è un valore aggiunto per tutto il Pd, un grande riferimento per il Mezzogiorno, e il partito a Bari, non avrebbe potuto fare quello che ha fatto senza di lui». Un ruolo fin troppo stretto quello di segretario regionale, «che non può essere un dopo lavoro perchè noi che vogliamo costruire davvero questo Pd abbiamo bisogno di gente che ci lavori a tempo pieno». Emiliano riferimento per il Mezzogiorno, «che è una questione centrale del nostro congresso», dice D’Alema.

Questione meridionale non la versione «berlusconiana». Dopo Dorso, Gramsci e Salvemini, Berlusconi «riceve pezzi di classe dirigente meridionale e, a seconda del potere di ricatto di queste, sblocca i fondi, per ora ce l’ha fatta solo la Sicilia», ma è lunga la fila di politici che «come questuanti stanno fuori Palazzo Grazioli, con il cappello in mano».

IL VECCHIO E IL NUOVO
Quanto alla campagna congressuale D’Alema scalda la platea ragionando sull’idea di partito che si dovrà costruire. «Bersani ha detto che il Pd è l’erede di 150 anni di storia, che inizia ben prima dei Ds e Dl. È la storia del mondo laico, cattolico e democratico del paese. Quando parli a una persona prima di tutto gli dici chi sei, non gli dici di guardare avanti». Pd solido o liquido, poi, dovrebbe essere un tema superato. «Un partito è fatto anche dei suoi iscritti. E se decidiamo di fare le primarie, allora prendiamo esempio da chi le ha inventate». L’America. Dove ti prendono «per matto» quando gli racconti che qui «da noi vota chiunque». Senza regole non esiste democrazia, «non crollano solo i mercati finanziari», «i partiti diventano scalabili ed esposti a Opa ostili e invece noi dobbiamo essere esposti a chi ci vuole bene». Regole e identità, soprattutto ora che la gente, spaventata da una crisi che ha cambiato il mondo, chiede solidarietà e affidabilità.

Chi non la trova qui si rifugia altrove, «nella Lega per esempio». Un partito con un classe dirigente autorevole, «oggi più attenta alle università straniere dove mandare i figli che allo stato delle scuole italiane», un Pd non più vittima dell’idea leaderistica del partito, «c’è già Berlusconi, manifestazione del declino del paese», con un «governo in crisi» e la «maggiore opposizione» che non sta meglio. Il Pd, dice, sappia catturare il «centro e la destra che non vogliono piegarsi» alle logiche berlusconiane. E allora in questo congresso, «Si può discutere sulla direzione da dare alla barca ma praticare fori nello scafo è proibito».

 
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