IlPiantoDegliAnimali

Post N° 145


Li ha ridotti a larve, veri scheletri viventi, li ha affamati fino a fargli spuntare decine d’ossa spigolose da una pelle tirata come un tamburo, vicina a rompersi per la sottigliezza. Si chiamano Lisa e Zucchero. Anzi, lei si chiamava Lisa, perché è morta. Erano due Grehyhounds salvati, come decine di altri ogni anno, dal GACI (Greyhound Adopt Center Italy), l’associazione nota per “le donne dei levrieri”. Fondata da Elisa Manna e Chiara Ottolini, la GACI ha sede a Modena e si occupa di recuperare i levrieri da corsa inglesi (Greyhounds) e i levrieri da caccia spagnoli (Galgos), prima che vengano soppressi e spesso impiccati, nelle campagne iberiche, perché non sono più utili per correre dietro una lepre, finta nei cinodromi o vera, nella campagna spagnola. L’associazione oggi s’è ingrandita e, grazie ai numerosi volontari, è arrivata a salvare le centinaia di levrieri destinati a misera fine, dopo il fallimento dei cinodromi di Roma e Napoli.             http://www.adozionilevrieri.it/index1.htmlSe andate sul sito della GACI troverete oggi un annuncio che, in sostanza, se non blocca le adozioni, le limita ad esami severissimi dei richiedenti, perché è accaduto un episodio che sembra uscito da un racconto di Stephen King. Una giovane e bravissima (tutti 30 e lode) studentessa, iscritta al TACREC, Tecniche di Allevamento del Cane di Razza ed Educazione Cinofila, presso la facoltà di Veterinaria di Pisa, chiede in affido all’associazione due Grehyhounds, Lisa e Zucchero. Quale miglior persona cui affidarli, visto che la studentessa è attiva anche nel mondo televisivo e scrive articoli per riviste specializzate con, a fianco, la firma di docenti universitari? Le credenziali ci sono tutte e i due cani le vengono affidati. L’associazione controlla periodicamente le persone che ricevono i levrieri. Esige giustamente di essere rassicurata sul loro stato di salute. I primi colloqui con l’adottante sono telefonici e la studentessa, vicina al diploma, riferisce notizie confortanti e si dilunga su episodi idilliaci tra lei, Lisa e Zucchero. L’associazione le chiede qualche foto, da tenere in archivio. Non arrivano. Qualcuno s’insospettisce sulla base di voci che parlano di una studentessa molto brava a scuola, un po’ meno con i cani. Si cerca di formalizzare un incontro con una volontaria che vada a controllare. Nulla da fare. A questo punto interviene il presidente della GACI, Dario Ferrario, che si rivolge ai carabinieri. Quando entrano nella casa, a qualcuno viene il vomito. Urina ovunque, due centimetri di escrementi sul pavimento, puzza, sudiciume e due scheletri con brandelli di pelle addosso, uno dei quali (Lisa) in stato comatoso. Vengono immediatamente portati alla Clinica Cascina di Fornacette (Pisa) dove tutto il personale si mobilita, per giorni, al fine di salvarli. “Quando li ho visti” mi dice l’internista della Clinica, Francesco Carrani” mi sono venute in mente le immagini dei campi di concentramento e ho avuto finalmente chiaro cosa voleva dire quella cachessia (il dimagrimento scheletrico di un corpo malato N.d.A.) che abbiamo studiato sui sacri testi”. Dopo quindici giorni di cure assidue sembrano farcela entrambi e Lisa viene affidata a due persone di Modena, dove muore all’improvviso, tra le loro braccia, stroncata da una trombosi. Zucchero sta bene. Se osservate la dolcezza dello sguardo che ha un levriero e pensate a quanto hanno lavorato per salvarli, capirete perché veterinari, avvezzi al dolore e alla morte ogni giorno, hanno pianto, sapendo della morte di Lisa.  La storia fa il giro del Net e il preside della facoltà di Pisa è costretto a pubblicare una lettera in risposta alle centinaia di mail che adombrano una qualche responsabilità dell’ateneo. Giungono messaggi anche dall’estero. Non affidate a quella donna neanche un moscerino. Si chiede che le venga impedito di laurearsi. In questo episodio mostruoso, se non c’è di mezzo la follia c’è veramente da avere paura della mente umana.
PROTESTATE TUTTI:LETTERA TIPO     al ministro pecoraro scanioIl suo indirizzo email e'a.pecoraroscanio@verdi.it          (se potete scrivete qualcosa di vostro pugno)Spettabile Ministro Pecoraro Scanio,le chiedo d'intervenire il prima possibile affinchè la persona che ha ridotto Lisa e Zucchero a due scheletri viventi paghi per ciò che ha fatto e chiedo soprattutto che non le venga conferita la laurea in veterinaria.Confidando in un suo tempestivo intervento, le invio distinti saluti.----------------------Firma