MAVERICK

Davide e Golia


 La misantropia è un precipizio dal quale è ben difficile risalire una volta che si incomincia a scivolarci dentro.Il fastidio, l'odio, il disprezzo per gli altri portano a ritirarsi sempre più in sé stessi, e la mancanza di relazioni sociali che ne segue porta a vederli sempre più come degli estranei, verso i quali è sempre più difficile provare alcuna simpatia e sempre più facile dimostrare aperta ostilità. E' una spirale che si avvolge su se stessa e che punta verso un abisso di solitudine e pessimismo.E del resto, coloro che per indole e sensibilità non riescono a tollerare lo stato penoso e rivoltante della società in cui, loro malgrado, si ritrovano a vivere che cosa altro dovrebbero fare? Sforzarsi di essere più socievoli? Tapparsi il naso e adottare un atteggiamento più tollerante e più pragmatico? Fare buon viso alle quotidiane manifestazioni di degrado umano, ignorando e sopprimendo il disgusto dentro di sé?Non funziona. Come ogni cosa falsa e affettata può andar bene per un po', ma alla lunga non ha nessuna speranza di durare. La natura deve fare il suo corso. E la natura ha voluto che la differenza tra gli esseri umani dovesse essere abissale, ancor più che tra questi e le scimmie o altri animali. Non c'è lotta più futile di quella di chi lotta contro la propria natura. L'ho imparato anch'io a suo tempo a mie spese.E allora, non c'è speranza? E' proprio inevitabile che i migliori tra noi siano anche i più infelici? Che la fortuna del nostro destino debba determinarsi in proporzione inversa alle vette del nostro intelletto e della nostra sensibilità?Non ho una risposta. Ma ho una speranza. E la speranza è che si possa trovare il modo per vivere in società prendendo atto delle differenze fondamentali ed inconciliabili che esistono per natura tra gli esseri umani.Naturalmente non mi aspetto che alcunché di simile possa provenire dall'attuale società, che punta semmai in direzione opposta, verso un amalgama sempre più innaturale ed opprimente di tutto e di tutti. Sfortunatamente, ma senza grandi sorprese direi, questa sembra essere la mentalità della maggioranza, delle masse a cui non potrebbe importare meno delle minoranze che la pensano diversamente e soffrono in modo sproporzionato a causa della situazione esistente.Non ci resta dunque che prendere il nostro destino nelle nostre mani. Noi, la minoranza, dobbiamo smettere di soffrire in silenzio, smettere di accettare di essere calpestati nella nostra sensibilità, smettere di pensare che per noi non ci sia un futuro a questo mondo. Questa società ci fa schifo: non abbiamo i numeri o il potere per cambiarla, e perciò non la vogliamo! Siamo noi ad andarcene! Siamo noi a far le valige e a decidere di trovare uno spazio esclusivo dove siano i nostri valori a fare da fondamento al nostro modo di vivere!Utopia? Forse... ma tanto che mi resta da perdere?