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Post n°38 pubblicato il 16 Dicembre 2012 da born2bemild
Quale strada dobbiamo seguire, quella del cuore o quella della ragione? Perche' e' raro che le due coincidano, e anzi spesso vanno in direzioni opposte. Una vita vissuta all'insegna della ragionevolezza e della costante ricerca di certezze e di sicurezza puo' forse condurre alla vecchiaia in buona salute e con un buon conto in banca, ma e' sostanzialmente una vita buttata via. E' quel genere di vita in cui, giunto al capolinea, ti chiedi, magari per la prima volta, a che che cosa sia realmente servita la tua vita, e se hai mai realmente fatto qualcosa che avesse qualche senso per te, piuttosto che per la societa' a cui hai un po' ingenuamente demandato ogni tuo potere di scelta. E d'altro canto, scegli di fare sempre e solo cio' che e' buono e giusto per te, cio' che realmente vuoi fare, ignorando tutto e tutti, e puoi star certo che non avrai una vita facile: la societa' non e' molto gentile verso chi osa ignorare le sue regole, scritte e non scritte, e fare a modo suo. Un po' come a scuola, se ci si pensa: la mancanza di disciplina era imperdonabile, e l'unico modo per andare avanti consisteva nell'accettare senza discussioni tutte le regole che venivano imposte (ironicamente, in quel senso, la scuola preparava molto bene alla vita in societa'). E' una scelta difficile perche' non esiste una risposta certa. Alla fine, credo, ognuno sceglie in base al proprio carattere, non in base alla bonta' della scelta, come un po' sempre avviene nella vita. E per ogni esistenza che rischia di sconfinare nella ribellione e nell'anarchia, mi accade di osservarne almeno dieci che invece facilmente sconfinano in senso opposto, in quella vita di servitu' che promette agio e sicurezza al prezzo dell'anima che si porta via. E cosi' sembra molto difficile sfuggire alla trappola della societa', e si rischia davvero di giungere, come dicevo, al capolinea chiedendosi a che fosse servito vivere - la piu' tragica delle domande. |
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