sinfonia

consiglio comunale di un certo paese


Non c'è niente di più sbagliato e odioso quando si discute in un consiglio del non ascoltare la minoranza, anzi, di deriderla. E' quanto è successo al consiglio comunale del solito paesino descritto in questo blog qualche racconto  precedente. Il sindaco e compagni, aiutati dall'immancabile segretaria comunale che ha interpretato a modo suo certi regolamenti estromettendo da una commissione un consigliere perché uscito dal suo gruppo non era idoneo a partecipare alla stessa nominandolo poi in un'altra. A che pro questo cambiamento? Aggiungo poi che la maggioranza stessa ha rieletto a scrutinio segreto le due commissioni spettanti alla minoranza. Non dovevano i consiglieri partecipanti a questa rieleggere i loro rappresentanti? Non vi sono sicuramente scopi secondari nel fare questo, ma viene da pensarlo. Soprattutto perché chi è stato rimosso era rappresentante alla commissione edilizia. I comuni cittadini hanno eletto queste persone perché li rappresentassero. non hanno eletto né la segreteria né gli impiegati o altre persone. Se queste comandano al posto di chi dovrebbe, come possiamo chiamare ancora questo comune democratico? anche perché il consiglio è rappresentato in stragrande maggioranza da persone dello stesso gruppo di appartenenza politica. Come possono questi tutelare gli interessi di tutti i cittadini? dovrebbero, ma fino ad oggi non hanno dimostrato a mio parere di farlo. Questo è il pensiero di un cittadino presente al consiglio non addentro pienamente ai problemi comunali, quindi non potrebbe essere del tutto vero ciò che ha sopra scritto, ma se le sue impressioni sono queste lascio pensare a chi legge le conseguenze. Tutto questo mi ha fatto venire in mente un racconto.Il moscerino che si credeva un reNel giardino di una casa in collina, pieno di alberi e fiori rari, dove il sole splende quasi sempre rendendolo un paradiso terrestre, dagli escrementi di un animale domestico, forse un cane, che da ormai dieci anni viveva in quel luogo uscì uno sciame di moscerini che, allegri come lo è un neonato, si alzarono in una danza frenetica facendo da contrasto allo sfondo verde con le bacche rosse e l'azzurro del cielo. Folgorato da tanta bellezza, uno di essi si staccò dagli altri e disse:<< Sicuramente la natura ci ha riservato un posto privilegiato in questo magnifico mondo fatto di limpida luce e colori meravigliosi. Siamo sicuramente destinati ad essere i re di questo bellissimo mondo. Divertiamoci e sorridiamo alla vita. Godiamo questi bellissimi attimi! Poi penseremo dove costruire una reggia e regnerò e voi sarete i miei sudditi e sicuramente gli esseri più felici della terra>>. Ciò detto spiccò un volo velocissimo che lo portò alla luce del sole che sentì caldo e confortevole. Questo lo fece inorgoglire ancora di più. Chiamò i suoi compagni e cominciarono a costruire un piccolissimo ambiente che a malapena era adatto a far passar loro la notte. scese infatti la sera. Il caldo del giorno lasciò il posto  al fresco della sera e la luce del sole veniva tramutata nel chiarore lontano di migliaia di stelle che a malapena squarciavano il buio della notte. Una luna piena illuminava delle piccole nubi dorate che assomigliavano alle animette dei bambini che ogni notte nei loro sogni vanno in cielo a fare i cherubini. I moscerini, per riscaldarsi si strinsero l'un l'altro e, in quella maniera, riuscirono a passare la notte fin quando l'alba col suo velo rosa tornò a far capolino sul mondo per restituirlo a nuova vita. I moscerini si svegliarono e sbattendo le ali per scaldarsi e per togliersi di dosso la rugiada che si era accumulata su di loro durante la notte si posarono sulla verdissima erba del prato. In quel preciso momento si udì una voce umana che chiamò il suo cane. Uscirono in giardino e si misero a correre sul prato. Il cane ad un certo punto sentì il bisogno di espletare i suoi bisogni e, messosi sopra, neanche a farlo apposta, ai moscerini li ricoprì  con la sua defecazione. Morirono nella stessa maniera in cui erano nati. D'altronde può uno che nasce dall'humus diventare un re?munus