Ho notato che questo post ha raccolto un gran numero di commenti e, secondo me, a questo ha contribuito l'andare a mettere sul tavolo, per l'ennesima volta, un problema che non è un problema, l'andare a cercare di fare il buco nell'acqua sapendo, spero, che l'acqua non può essere bucata durevolmente, ossia il buco rimane solo finchè ci teniamo dentro il dito. Mi spiego, o meglio, spiego il mio modestissimo punto di vista; non esiste, secondo me, una pornografia maschile o femminile, esiste solo la pornografia in quanto nella pornografia sono in ugual misura esposti il maschile ed il femminile, ed in questo consiste il buco nell’acqua di cui parlavo. Se, dal punto di vista della fruizione o dell’esistenza stessa della pornografia, le donne ostentano un risentito disinteresse, se non addirittura un rifiuto, dobbiamo chiederci se lo fanno anche nella loro intimità. Cerchiamo di capire questo non-problema partendo dal fatto che quello che le donne dicono della pornografia, ed anche gli uomini, ci perviene, il più delle volte, da statistiche messe a punto secondo diversi criteri che, comunque, escludono la possibilità di andare a vedere ciò che veramente accade nella vita intima e privata di tutti. Un conto è rispondere ad interviste sull'argomento, stendersi sul lettino di uno psicologo, scrivere un post, e un altro conto è vivere determinate situazioni all'interno della propria intimità. Ma andiamo per gradi: la pornografia, che abbiamo detto comprendere il maschile ed il femminile inseriti ognuno nel proprio ruolo sessuale, si basa su quello che è, e rimane e rimarrà, l'istinto basilare del Regno Animale: l'accoppiamento. Tale istinto, nella pornografia, non viene compromesso da influenze di carattere affettivo, sentimentale, religioso e via dicendo ma elaborato ed esasperato, dai produttori, attraverso la fantasia che è una peculiarità dell'intelligenza e che, differenziandoci dagli altri animali, fa si che le immagini non siano una sequela di accoppiamenti nudi e crudi. I fruitori, a loro volta, rielaborano a loro piacimento, e secondo la loro personale fantasia, le situazioni proposte dalle immagini in questione, attribuendo a queste immagini il valore della situazione che in quel momento stanno vivendo. Avremo, quindi, colui, o colei, che si masturba, che utilizzerà il piacere che saprà procurarsi o per il piacere stesso, o per rievocare un antico amore, o per pregustare un nuovo incontro, o per fantasticare liberamente e che amplificherà il piacere attraverso le immagini porno. Avremo le coppie, etero o omo, che utilizzeranno le immagini in oggetto a seconda delle loro esigenze del momento; fine ultimo sarà l’esasperazione del piacere che riusciranno a vivere e che potrà avere come sfondo una profonda storia d’amore, o una fortissima e liberissima storia di sesso ma, in entrambi i casi queste coppie cercheranno, anche attraverso la pornografia, di potenziare al massimo le loro emozioni e i loro desideri, cercheranno di volare alla ricerca di un piacere che abbia, il più possibile, i connotati dell’assoluto, del non plus ultra e questo lo faranno sia consapevolmente, rielaborando ed assorbendo il surplus di piacere che la trasgressione darà loro, sia istintivamente, semplicemente aiutati da situazioni virtuali che entreranno a far parte del loro vissuto. Potremmo parlarne per ore, o per anni, riusciremmo solo ad esprimere opinioni che incontrerebbero il favore di alcuni e la detrazione di altri, ma che sarebbero opinioni date ad altri e che, per questo, sarebbero viziate da una serie di fattori inibitori quali il credo religioso a cui si appartiene, il tipo di educazione che si è ricevuta, la morale comune, il timore di essere emarginati dal proprio entourage sociale, il timore di scoprirsi di fronte ad un partner moralista e intransigente, il timore di apparire volgari. Se poi per affermare ciò che il post afferma ci si rifà anche al fatto che, comunque, chi si espone nell’acquisto di materiale pornografico è, nella stragrande maggioranza dei casi, il maschio, bisognerebbe chiedersi quanti maschi fruiscono in solitudine di ciò che hanno acquistato e quanti, invece, lo fanno in compagnia, e quante sono le donne che fruiscono, in segreto, di ciò che è stato acquistato dai loro partners, dai loro padri, dai loro fratelli, dai loro amici, o quante sono le donne, sole o no, che utilizzano internet per questo, ovviamente, in camera caritatis. Pensiamo, inoltre, a tutti coloro che, per svariati motivi, non possono avere una sessualità normale e potremo capire quanto, a volte, la pornografia diventi il surrogato di una vita normale, degna di essere vissuta o sopportata. Complimenti al post di MARCO PICCOLO, quindi, per aver saputo dare il la ad un’orchestra che suona da sempre lo stesso motivo: pornografia o erotismo, bestialità o sensualità, amore o sesso, piacere o perversione; il buco nell’acqua è il non voler considerare che, forse, tutti questi termini possono far parte della natura umana senza, per questo, sporcarla.
DONNE E PORNOGRAFIA
Ho notato che questo post ha raccolto un gran numero di commenti e, secondo me, a questo ha contribuito l'andare a mettere sul tavolo, per l'ennesima volta, un problema che non è un problema, l'andare a cercare di fare il buco nell'acqua sapendo, spero, che l'acqua non può essere bucata durevolmente, ossia il buco rimane solo finchè ci teniamo dentro il dito. Mi spiego, o meglio, spiego il mio modestissimo punto di vista; non esiste, secondo me, una pornografia maschile o femminile, esiste solo la pornografia in quanto nella pornografia sono in ugual misura esposti il maschile ed il femminile, ed in questo consiste il buco nell’acqua di cui parlavo. Se, dal punto di vista della fruizione o dell’esistenza stessa della pornografia, le donne ostentano un risentito disinteresse, se non addirittura un rifiuto, dobbiamo chiederci se lo fanno anche nella loro intimità. Cerchiamo di capire questo non-problema partendo dal fatto che quello che le donne dicono della pornografia, ed anche gli uomini, ci perviene, il più delle volte, da statistiche messe a punto secondo diversi criteri che, comunque, escludono la possibilità di andare a vedere ciò che veramente accade nella vita intima e privata di tutti. Un conto è rispondere ad interviste sull'argomento, stendersi sul lettino di uno psicologo, scrivere un post, e un altro conto è vivere determinate situazioni all'interno della propria intimità. Ma andiamo per gradi: la pornografia, che abbiamo detto comprendere il maschile ed il femminile inseriti ognuno nel proprio ruolo sessuale, si basa su quello che è, e rimane e rimarrà, l'istinto basilare del Regno Animale: l'accoppiamento. Tale istinto, nella pornografia, non viene compromesso da influenze di carattere affettivo, sentimentale, religioso e via dicendo ma elaborato ed esasperato, dai produttori, attraverso la fantasia che è una peculiarità dell'intelligenza e che, differenziandoci dagli altri animali, fa si che le immagini non siano una sequela di accoppiamenti nudi e crudi. I fruitori, a loro volta, rielaborano a loro piacimento, e secondo la loro personale fantasia, le situazioni proposte dalle immagini in questione, attribuendo a queste immagini il valore della situazione che in quel momento stanno vivendo. Avremo, quindi, colui, o colei, che si masturba, che utilizzerà il piacere che saprà procurarsi o per il piacere stesso, o per rievocare un antico amore, o per pregustare un nuovo incontro, o per fantasticare liberamente e che amplificherà il piacere attraverso le immagini porno. Avremo le coppie, etero o omo, che utilizzeranno le immagini in oggetto a seconda delle loro esigenze del momento; fine ultimo sarà l’esasperazione del piacere che riusciranno a vivere e che potrà avere come sfondo una profonda storia d’amore, o una fortissima e liberissima storia di sesso ma, in entrambi i casi queste coppie cercheranno, anche attraverso la pornografia, di potenziare al massimo le loro emozioni e i loro desideri, cercheranno di volare alla ricerca di un piacere che abbia, il più possibile, i connotati dell’assoluto, del non plus ultra e questo lo faranno sia consapevolmente, rielaborando ed assorbendo il surplus di piacere che la trasgressione darà loro, sia istintivamente, semplicemente aiutati da situazioni virtuali che entreranno a far parte del loro vissuto. Potremmo parlarne per ore, o per anni, riusciremmo solo ad esprimere opinioni che incontrerebbero il favore di alcuni e la detrazione di altri, ma che sarebbero opinioni date ad altri e che, per questo, sarebbero viziate da una serie di fattori inibitori quali il credo religioso a cui si appartiene, il tipo di educazione che si è ricevuta, la morale comune, il timore di essere emarginati dal proprio entourage sociale, il timore di scoprirsi di fronte ad un partner moralista e intransigente, il timore di apparire volgari. Se poi per affermare ciò che il post afferma ci si rifà anche al fatto che, comunque, chi si espone nell’acquisto di materiale pornografico è, nella stragrande maggioranza dei casi, il maschio, bisognerebbe chiedersi quanti maschi fruiscono in solitudine di ciò che hanno acquistato e quanti, invece, lo fanno in compagnia, e quante sono le donne che fruiscono, in segreto, di ciò che è stato acquistato dai loro partners, dai loro padri, dai loro fratelli, dai loro amici, o quante sono le donne, sole o no, che utilizzano internet per questo, ovviamente, in camera caritatis. Pensiamo, inoltre, a tutti coloro che, per svariati motivi, non possono avere una sessualità normale e potremo capire quanto, a volte, la pornografia diventi il surrogato di una vita normale, degna di essere vissuta o sopportata. Complimenti al post di MARCO PICCOLO, quindi, per aver saputo dare il la ad un’orchestra che suona da sempre lo stesso motivo: pornografia o erotismo, bestialità o sensualità, amore o sesso, piacere o perversione; il buco nell’acqua è il non voler considerare che, forse, tutti questi termini possono far parte della natura umana senza, per questo, sporcarla.