Post n°16 pubblicato il 25 Giugno 2011 da andrea.manicone
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Post n°14 pubblicato il 14 Maggio 2011 da mielealpeperoncino
Quando ero ciò che fui non sapevo quel che sarei stata non sapevo che a distanza di tempo sarei tornata e che i tuoi occhi mi avrebbero non più guardata ma scrutata non sapevo che le tue parole mi avrebbero scalfito come si fa con una scultura di legno ancor meno mi aspettavo il silenzio ma avrei dovuto immaginarlo sei sempre stato delicato come la lieve carezza di quel bacio mai rubato ma che ora tacito pretendi. |
Post n°13 pubblicato il 12 Maggio 2011 da andrea.manicone
Che fai qui? Come ci sei arrivata? Non sono le tue strade queste. Non è la tua città. Laggiù che guardi? In fondo sono solo case. Mani intorno alla vita. Scorrono lente come il tempo con te. Ti cascano i capelli rossi. Di sera sono un fuoco che dorme ma sempre fuoco. Quindi stai a Roma? Psicologia, hai detto? Tu e la fissa di voler leggere dentro... Qualcosa ho saputo, sai? Il vento ha sollevato voci. Dicono che la vita ti abbia passeggiato sopra, abbia dato scarpate al tuo candore. Infatti guardati. Solo dieci anni fa la tua faccia era nuda di trucchi. Ed ora? L'eyeliner così calcato te la fa così vissuta... E quella gonna? Corta, troppo corta. Lo so non significa niente. Dai, forse è meglio che siano i nostri silenzi a parlarsi. Magari si comprendono meglio. Lasciamo che si raccontino delle cose mai state. Delle nostre passeggiate asessuate. Di come ti guardavo il seno e di come tu con gli occhi mi chiedevi di toccarlo. Sai, avrei voluto tanto. Anche solo per ascoltare se il tuo cuore era pronto al grande balzo. Comunque eri tu e basta. Nel tempo della nostra distanza invece hai conosciuto lo sforzo di voler piacere. Di partecipare alla pubblica gara di fango. Ti sei data a uomini che non erano per te per puro spirito di punizione. Ma hai fatto bene. Gli errori ci disegnano. Ci danno la forma che vogliamo essere. Dai, ti tendo le dita, tu le intrecci alle mie. Senti come ridiventano radici nel terreno intimo del silenzio? Turisti fanno cadere la mascella sopra i Sassi ricamati di luce. Flash di stupore. I nostri anni distanti si parlano. Sei rimasta com'eri. Il vento dei cambiamento s'è scalfito gli artigli. Adesso, anche se non permetti, accennerei ad un bacio. Lo so, respirarti all'improvviso dalle labbra è stato osare. Ma era scritto: l'ho scritto io questo frammento di destino. Combacia con il tuo? Sì che combacia bene. Così come baci bene tu.
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Una strada. Finestrini chiusi. L'autoradio timido. Velatissime tuttonudo 6 den. Un frusciare di gonna. Sguardo lasciato cadere morbido. Labbra secche di emozioni. Un marmo tiepido di guance. Capelli neri che piovono. Fascino freddo. Gelo che brucia. Distanza psicologica. Invalicabile spazio interiore. Assedio di dubbi. Maschera d'invincibilità. Silenzi di prima che incatenano quelli di dopo. La strada va. Direzione lontananza. Tentativo di carezza. Mano calda. Unghia color graffio. Accenno di sorriso. Curva pericolosa sulle labbra. Indecifrabilità. Svolta. Scelta. Specchio. Rossetto. Telefono. Chiamata rimbalzata. Breve sorriso complice. Mano sulle ginocchia. Distrazione alla guida. Cuore da multare. Niente più freni. Eccesso di fisicità.
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