PIERSILVIO

Il Bullismo


"Gravi episodi di violenza, ma anche umiliazioni e soprusi. Aggressioni fisiche e verbali tra giovani nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi di ritrovo. Il cosiddetto fenomeno del bullismo è sempre più diffuso nel nostro Paese, come in altre nazioni, e può creare gravi disagi in chi lo subisce. Non si tratta solo di atteggiamenti provocatori o di derisione, ma anche di vere e proprie aggressioni, intenzionali e ripetute nel tempo, che coinvolgono soprattutto i giovani tra i 7 e i 18 anni."Questo scriveva il governo un anno e mezzo fa' sul fenomeno del bullismo si apre con questa premessa e con la classificazione di undici comportamenti tipici del bullo che, presumibilmente, sono stati burocraticamente elencati per aiutare la vittima a capire se si trovi di fronte ad un buontempone o a qualcuno che ha seriamente intenzione di rompere gli zebedei.Alcuni sono ovvi perché chiunque riceva minacce o subisca un pestaggio si è già fatto da solo l'idea che qualcosa non quadri, altri lasciano maggiore spazio all'interpretazione dei singoli perché risatine e sorrisetti non indicano necessariamente intenti criminali imputabili a chi li dispensa.Ciò che inquieta, però, è la sezione riservata ai consigli che il governo stesso si preoccupa di distribuire un po' a tutti (bulli esclusi) e che dimostrano quale sia l'approccio che questa gente adotta in modo sistematico di fronte ai prevaricatori.E' chiaro che il "consigliere governativo" avrà spremuto le meningi pensando esclusivamente alle merendine, ma alcuni suggerimenti sono semplicemente deliranti.Eccone alcuni:"Ogni volta che il bullo ti fa del male scrivilo sul tuo diario. Il diario ti aiuterà a ricordare meglio come sono andate le cose."Mi raccomando, non dimenticate un solo particolare perché un giorno, rileggendolo, potrete respirare nuovamente la scarica di adrenalina che vi siete sparati in una situazione così elettrizzante. In caso di stupro aggiungete, magari, anche qualche foto o qualche filmato perché la memoria, col tempo, tende a perdere colpi."Fai capire al bullo che non hai paura di lui e che sei più intelligente e spiritoso. Così lo metterai in imbarazzo e ti lascerà stare."Io mi immagino le risate strappate dalla brillantona di turno mentre tentano di toglierle le mutande. A saperlo che bastava una battuta...."Quando il bullo ti provoca o ti fa del male, non reagire facendo a botte con lui. Se fai a pugni, potresti peggiorare la situazione, farti male o prenderti la colpa di aver cominciato per primo."Non sia mai! Mai opporsi a chi abbia intenzione di trasformarvi i lineamenti in uno scarabocchio indistinto perché la situazione potrebbe peggiorare. Addirittura, se vi menano, la reazione potrebbe portarvi a farvi del male e a prendervi anche la colpa. Provate a trattare una riduzione del numero di calci e pungi scritti nel programma, forse è meglio."Se il bullo vuole le tue cose, non vale la pena bisticciare. Al momento lasciagli pure prendere ciò che vuole però poi raccontalo subito ad un adulto."Sempre sperando che si accontenti del telefonino, perché dovesse ambire alla verginità il consiglio mi pare un tantino sbilanciato a favore dello sbandatelo di turno. D'accordo, raccontarlo dopo avrà anche una sua valenza catartica, ma spingere alla rinuncia ad una difesa legittima significa dimenticarsi che esiste un codice penale."Per non incontrare il bullo puoi cambiare la strada che fai per andare a scuola; durante la ricreazione stai vicino agli altri compagni o agli adulti; utilizza i bagni quando ci sono altre persone."E qui siamo alla resa totale: se qualcuno ti aspetta per strada non ci vai accompagnato da un genitore. No, cambi strada. Perché non è mica un diritto passare dove si abbia voglia di farlo o per la strada più breve o per quella più veloce. E se di mezzo c'è un solo ponte, andate a scuola a nuoto. Si sancisce un nuovo principio nella sfera dei diritti in virtù del quale la pubblica via smette di essere tale nel caso sia stata prescelta da uno o più balordi per tendere imboscate.Poi ci sono i consigli per i genitori ai quali si fa balenare l'idea che il caso di un figlio che rientri da scuola mostrando tumefazioni ed escoriazioni varie è il segno che ciò che è andato storto non era l'interrogazione di geografia.Ora, a parte l'ennesimo grottesco tentativo di mettersi panni che non dovrebbero competere ad un governo, cioè quelli di genitore, questo documento è la versione semplificata del sistema di valori di questa gente che continua a subissare di prepotenze chi non può difendersi e cala le braghe di fronte a chi sia disposto a menare le mani sul serio. Fisicamente o politicamente non fa differenza.E' un relativismo d'accatto per il quale le ragioni del più violento, in nome del "Nessuno tocchi Caino", finiscono per pesare sempre un pochino di più di quelle di chi alla violenza non ricorre, ma, al contrario, la subisce. E' il pacifintismo del ricattato che si rassegna alla propria impotenza unita alla pretesa del cieco di mettersi al posto del pilota.Questo scrivevo un anno fa' su un altro blog! A voi le riflessioni!