Creato da PRECARIAxPIERSILVIO il 15/03/2008

PIERSILVIO

Pier Silvio sposami!

 

 

Dubbi!

Post n°38 pubblicato il 02 Giugno 2008 da PRECARIAxPIERSILVIO
Foto di PRECARIAxPIERSILVIO

Ogni tanto mi capita di pensare che, tutto sommato, mi piacerebbe avere un pargolo che gira per casa. Un piccolo frugolo che frigna, si lamenta, chiede il perché di mille cose e non mi lascia il tempo di pensare a null’altro che a lui (o a lei, è uguale). Anzi, molto spesso mi capita anche di desiderarlo. Poi, esaurite le visioni più o meno poetiche del tenero essere, mi assalgono un miliardo di paure che, per motivi di spazio, non posso elencare in queste poche righe. Quella fondamentale, è quella di non essere all’altezza, di aver accumulato un enorme ritardo e che, se e quando verrà, ci separeranno delle ere geologiche e non soltanto pochi lustri. A puro titolo di esempio, valgano le considerazioni sulla capacità stimata di essergli, in qualche modo, “musa”. Quanti sono i perché che mi verranno posti ai quali mi troverò non impreparata, ma impossibilitata a rispondere? Tra le prospettive fortemente spaventevoli ci sono quelle delle migliorie tecnologiche. Mi atterriscono alcune “allucinazioni” che, probabilmente, sono destinate a divenire una fosca realtà. Oggi la mia casetta, che non è una capanna del neolitico, assomiglia moltissimo alla plancia dell’Enterprise con luci, pulsanti, apparecchi vari di cui conosco il 5% delle funzioni, tutti sardonicamente occhieggianti e fieri del loro sottoutilizzo. Faccio ridere la folla quando estraggo il mio cellulare che, udite! udite!, fa semplicemente da telefono e non è abilitato a fare foto, filmati, non masterizza, non suona polifonico, non fa il caffè e, molto spesso, non mi dice nemmeno chi chiama.

Domani, mentre io cercherò di seguire affannosamente il passo del progresso, mi vedrò tornare a casa una specie di Matrix Reloaded, un figlio mezzo umano e mezzo macchina, tutto interconnesso e grondante fili al punto che non so nemmeno se riuscirò a riconoscerne i connotati, al quale sarò io a chiedere come funziona quel cazzo di telecomando tipo carta di credito che non riconosce la mia voce e non vuol saperne di cambiare canale. Lui, con aria compassionevole, mi dirà che funziona solo se parlo allo strumento fissando contemporaneamente lo schermo nel punto predefinito, ma che, in ogni caso, se non si fa il download della lista della spesa ordinata dal frigorifero, non c’è speranza che lo schermo alla neurite accetti il comando. Io mi sentirò una merda e gli dirò che ha ragione, che non ci avevo pensato, lo ringrazierò odiandolo un poco. La paura è quella che non sarò capace di vincere la voglia di mandarlo affanculo e di pensare :”Ti voglio bene”.

 
 
 
 
 

PIPPONI MENTALI, OVVERO LE COSE PIU' MALATE CHE MI VENGONO IN MENTE

Post n°35 pubblicato il 17 Maggio 2008 da PRECARIAxPIERSILVIO
 
Foto di PRECARIAxPIERSILVIO

Esisterà un modo per far tacere tutte le vocine che si sovrappongono nel mio cervello, e che si interrompono a vicenda, senza lasciare nemmeno il tempo ad una delle innumerevoli seghe mentali del giorno di esaurirsi?
Non credo, e forse non c'è il modo, perché, in fondo, mi piacciono quelle vocine, e mi piace torturarmi all'inverosimile con queste acrobazie mentali, accompagnate dolcemente dal mio cd masterizzato appositamente per questi momenti. Si, credo di essere una segaiola mentale inguaribile e di essere anche un tantino orgogliosa di questo mio lato....!
E' bello, a volte, sapere di avere una coscienza e un cuore vivo, pur con tutto il male che può fare, in un mondo in prevalenza abitato da morti che camminano che, rivestiti da un apparente involucro di felicità, si godono l'ebete edonismo del loro mondo di carta pesta solo perché non sono mai stati abbastanza vivi da porsi una seria domanda sul senso della vita col coraggio di mettersi un po' in discussione.
Quindi, dal momento che mi ritengo la campionessa assoluta dei cosiddetti “pipponi” mentali, ho pensato: “quale miglior rimedio di affrontare le proprie paure facendosela sotto dalle risate?” Sarà anche stupido credere che dopo essermi sfogata possa aver risolto questo tipo di “problema”. So solamente che il metodo per mettere a tacere le vocine esiste... un po’ di sana autoironia costituisce un rimedio infallibile. I problemi più gravi si risolvono con le cure più semplici, e le cure sono dentro di noi, non nelle medicine o in altre fantomatiche ricettucole casalinghe! Ed è per questo che qui non vi tedierò in merito ai miei “pipponi” ma scriverò dello stato di ansia che i “pipponi” degli altri creano in me.
Chi di voi, ogni giorno, non ha “pipponi” che gli camminano intorno? E chi, ogni giorno, tenta in qualsiasi modo di evitarli e alla fine non può fare a meno di imbattercisi? A volte li troviamo anche nei commenti ai nostri “blog”! Azz…. non ci lasciano per nulla in pace, ma a dir la verità non hanno tutti lo stesso impatto. Per questo bisogna fare una certa distinzione ….. sì, perché i pipponi assumono diversi pesi a seconda del colore che indossano.
In merito a questo argomento ne ho riso, e continuo a riderne molto con il mio compagno ed è con lui che abbiamo stilato una sorta di classifica, se così si può definire, sui pipponi che giornalmente invadono il nostro spazio. Eh sì, perché sin da quando entri nel mondo frequentato dagli umanoidi, non lo vedi, ma in alto, compare un mega striscione colorato con su scritto “BENVENUTO NEL MONDO DEI PIPPONI”. Eh sì, e abbiate fegato a contraddirmi se non dico il vero, ma ogni giorno ci imbattiamo in personalità più o meno particolari che inquinano la nostra vita con le loro piccole e grandi manie, irradiando attorno a sé, a seconda dei casi, nervosismo, tensione, un’ansia crescente o anche un senso di paralizzante malinconia. Li vedo avvicinarsi come se fossero accompagnati da animaletti rotondi, pelosi, attaccati al loro umano bipede e, dopo un po’ di pratica, sono in grado di riconoscerli dal colore: c’è quello giallo, rosa, verde e viola. No! No! Non ci vuole mica un enorme sforzo di fantasia ….. basta girarsi intorno, basta parlare un po’ con le persone, oppure fare un po’ di zapping televisivo, e non ditemi che i pipponi non li vedete anche voi. Tanto per fare un esempio di pippone giallo (quello meno pericoloso di tutti, che ha, come unico effetto collaterale, quello di favorire l’emergere di un dubbio idiota) voglio citare una pubblicità che girava un po di tempo fa, ma che mi è rimasta impressa. Si trattava di una pubblicità che lanciava un prodotto per i capelli. Mi ricordo vagamente che il messaggio invitava l'intero orbe umanoide ad usarlo, e urlava:“okkio! Usami, che così quando ti alzerai la mattina avrai una capigliatura da schianto, il parrucchiere a me mi fa una sega, niente più spazzole o spazzoline e bigodini, e bla bla bla bla!!!” Beh, non voglio discutere della qualità dello spot, ma la cosa incredibile che mi ricordo ancora è che c'era una povera donna che era al suo primo giorno di lavoro (e lo si sa, noi al primo giorno di lavoro stiamo proprio a guardare la nostra capigliatura …… mah, io il mio primo giorno di lavoro da precaria avevo una faccia che sicuramente avrebbe fatto scappare anche un extraterrestre!) e non appena le presentavano i futuri colleghi, sentiva una vocina da dentro che le urlava: “oddio, mia cara, ma guarda che capelli aridi che hai?” E poi un’altra: ”....e sono anche scoloriti!!!!”.
Ecco, questo è il classico esempio di pippone giallo, cioè quel tipo di pippone che assedia il tuo unico neurone attivo per cinque , dieci, (ma sì, voglio esagerare!) 15 minuti, e poi scompare nell’arco della giornata. Tralasciando le altre due posizioni della classifica (solo per la cronaca, quello rosa è un pochino più aggressivo di quello giallo e, di solito, riguarda la sfera affettiva e quello verde, già più tosto e duraturo, frequentemente si occupa di argomenti economici e/o di salute). Conviene dare spazio ad un breve esame di quelli "più seri". Possono durare giorni (nel migliore dei casi), ma anche settimane o mesi. Nei casi di incurabilità cronica, non hanno scadenza: si tratta dei più temibili sono quelli di colore viola, tipici pipponi da paranoia …. Contro questi pipponi non puoi farci niente. L’esempio è banale: al lavoro chi non ha un problema col “PROGRAMMA” che non gli permette di lavorare come vorrebbe? Ebbene, c’è chi si rassegna e se ne fa una ragione, chi prova a proporre soluzioni e poi, ragionevolmente, abbandona, chi insiste un po’ di più, ma poi lascia. C’è anche qualcuno che, invece, non molla e, per quanto non direttamente incaricato di curare soluzioni informatiche, vi dedica tutte le sue energie psicofisiche. E’ il caso di un povero collega che, assalito dal suo pippone viola, non riesce più ad uscirne. Cammina nervoso per i corridoi con il simpatico animaletto appollaiato sulla spalla che gli sussurra la parola “programma” in ogni istante e, lui, stressato da questo suggeritore implacabile, ripete meccanicamente la stessa frase: “c’è un problema con il programma….”. Un’ossessione paranoica materializzata in un esserino viola ai più invisibile, ma sempre presente e attivo. Lo accompagna ovunque senza mollarlo mai: da qualche tempo lo segue anche a casa (guida lui?) e si ripropone anche in ambiente domestico. La vittima del pippone si riconosce senza difficoltà: gli assomiglia in modo impressionante nello sguardo, nella contorsione delle labbra (inclinate in una smorfia a sinistra simile alla paresi), nella spettinatura costante, nel torcersi delle dita. Ma, soprattutto, nella nenia che fa da leit motiv ad ogni discorso: provate a contare e, se qualcuno ripete con una certa frequenza il medesimo argomento, è chiaramente vittima della bestia purpurea. Non c’è soluzione né medica né scientifica. Difficilmente si guarisce. Il più delle volte, almeno nei casi conosciuti, il parassita distrugge l’ospite e, una volta prosciugato, lo abbandona in un vicolo ad ammazzarsi di alcolici. State in guardia, quindi, perché riconoscere un pippone può essere vitale: per parafrasare uno slogan in voga qualche tempo fa, se lo conosci, non lo eviti, ma ti puoi salvare la vita.

P.S.

…… e ora, dopo avervi svelato l’arcano dei pipponi mi concedo una bella pausa con un mio vecchio amico …. malto distillato ed invecchiato in soluzione di alcool al 40%, meglio se proveniente da Irlanda o Scozia e se invecchiato 12 anni, comunemente conosciuto come Whysky.


 
 
 

Il Bullismo

Post n°34 pubblicato il 09 Maggio 2008 da PRECARIAxPIERSILVIO
Foto di PRECARIAxPIERSILVIO

"Gravi episodi di violenza, ma anche umiliazioni e soprusi. Aggressioni fisiche e verbali tra giovani nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi di ritrovo. Il cosiddetto fenomeno del bullismo è sempre più diffuso nel nostro Paese, come in altre nazioni, e può creare gravi disagi in chi lo subisce. Non si tratta solo di atteggiamenti provocatori o di derisione, ma anche di vere e proprie aggressioni, intenzionali e ripetute nel tempo, che coinvolgono soprattutto i giovani tra i 7 e i 18 anni."

Questo scriveva il governo un anno e mezzo fa' sul fenomeno del bullismo si apre con questa premessa e con la classificazione di undici comportamenti tipici del bullo che, presumibilmente, sono stati burocraticamente elencati per aiutare la vittima a capire se si trovi di fronte ad un buontempone o a qualcuno che ha seriamente intenzione di rompere gli zebedei.

Alcuni sono ovvi perché chiunque riceva minacce o subisca un pestaggio si è già fatto da solo l'idea che qualcosa non quadri, altri lasciano maggiore spazio all'interpretazione dei singoli perché risatine e sorrisetti non indicano necessariamente intenti criminali imputabili a chi li dispensa.

Ciò che inquieta, però, è la sezione riservata ai consigli che il governo stesso si preoccupa di distribuire un po' a tutti (bulli esclusi) e che dimostrano quale sia l'approccio che questa gente adotta in modo sistematico di fronte ai prevaricatori.

E' chiaro che il "consigliere governativo" avrà spremuto le meningi pensando esclusivamente alle merendine, ma alcuni suggerimenti sono semplicemente deliranti.

Eccone alcuni:

"Ogni volta che il bullo ti fa del male scrivilo sul tuo diario. Il diario ti aiuterà a ricordare meglio come sono andate le cose."

Mi raccomando, non dimenticate un solo particolare perché un giorno, rileggendolo, potrete respirare nuovamente la scarica di adrenalina che vi siete sparati in una situazione così elettrizzante. In caso di stupro aggiungete, magari, anche qualche foto o qualche filmato perché la memoria, col tempo, tende a perdere colpi.

"Fai capire al bullo che non hai paura di lui e che sei più intelligente e spiritoso. Così lo metterai in imbarazzo e ti lascerà stare."

Io mi immagino le risate strappate dalla brillantona di turno mentre tentano di toglierle le mutande. A saperlo che bastava una battuta....

"Quando il bullo ti provoca o ti fa del male, non reagire facendo a botte con lui. Se fai a pugni, potresti peggiorare la situazione, farti male o prenderti la colpa di aver cominciato per primo."

Non sia mai! Mai opporsi a chi abbia intenzione di trasformarvi i lineamenti in uno scarabocchio indistinto perché la situazione potrebbe peggiorare. Addirittura, se vi menano, la reazione potrebbe portarvi a farvi del male e a prendervi anche la colpa. Provate a trattare una riduzione del numero di calci e pungi scritti nel programma, forse è meglio.

"Se il bullo vuole le tue cose, non vale la pena bisticciare. Al momento lasciagli pure prendere ciò che vuole però poi raccontalo subito ad un adulto."

Sempre sperando che si accontenti del telefonino, perché dovesse ambire alla verginità il consiglio mi pare un tantino sbilanciato a favore dello sbandatelo di turno. D'accordo, raccontarlo dopo avrà anche una sua valenza catartica, ma spingere alla rinuncia ad una difesa legittima significa dimenticarsi che esiste un codice penale.

"Per non incontrare il bullo puoi cambiare la strada che fai per andare a scuola; durante la ricreazione stai vicino agli altri compagni o agli adulti; utilizza i bagni quando ci sono altre persone."

E qui siamo alla resa totale: se qualcuno ti aspetta per strada non ci vai accompagnato da un genitore. No, cambi strada. Perché non è mica un diritto passare dove si abbia voglia di farlo o per la strada più breve o per quella più veloce. E se di mezzo c'è un solo ponte, andate a scuola a nuoto. Si sancisce un nuovo principio nella sfera dei diritti in virtù del quale la pubblica via smette di essere tale nel caso sia stata prescelta da uno o più balordi per tendere imboscate.

Poi ci sono i consigli per i genitori ai quali si fa balenare l'idea che il caso di un figlio che rientri da scuola mostrando tumefazioni ed escoriazioni varie è il segno che ciò che è andato storto non era l'interrogazione di geografia.

Ora, a parte l'ennesimo grottesco tentativo di mettersi panni che non dovrebbero competere ad un governo, cioè quelli di genitore, questo documento è la versione semplificata del sistema di valori di questa gente che continua a subissare di prepotenze chi non può difendersi e cala le braghe di fronte a chi sia disposto a menare le mani sul serio. Fisicamente o politicamente non fa differenza.

E' un relativismo d'accatto per il quale le ragioni del più violento, in nome del "Nessuno tocchi Caino", finiscono per pesare sempre un pochino di più di quelle di chi alla violenza non ricorre, ma, al contrario, la subisce. E' il pacifintismo del ricattato che si rassegna alla propria impotenza unita alla pretesa del cieco di mettersi al posto del pilota.

Questo scrivevo un anno fa' su un altro blog! A voi le riflessioni!

 
 
 

DOMANDE

Post n°33 pubblicato il 05 Maggio 2008 da PRECARIAxPIERSILVIO
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Vetri antiproiettile, porte con metal detector, casseforti ad apertura temporizzata. Ma le banche hanno adottato tutte queste misure di sicurezza solo per impedire l'accesso ai locali da parte della concorrenza?


 
 
 

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Caro Pier eccoci, è giunto il momento delle presentazioni.
Noi,siamo quaranta giovani e agguerriti precari, sì, hai capito bene 40precari, più quelli che rappresenteremo nel prossimo futuro. Le nostrecare “precariaxpiersilvio”, “piersilvilviotiamo” e “precaria berlusoni”hanno tentato in ogni modo di convincerti, ma tu, non hai inviato loroalcun segnale. Per questo, abbiamo, unanimamente deciso che ti faremoconcorrenza facendo del sano, vecchio giornalismo. Ma c’è di più,sfrutteremo tecnologie che i giornali tradizionali e i siti diinformazione oggi sfruttano parzialmente.
Per ora ti anticipiamo solo questo, il resto lo vedrai da solo!
E’ finita l’era dei figli di papà ora inizia la NOSTRA!

Prova a prenderci ora se ti riesce. Con affetto e stima per quel gran maestro di comunicazione che sei!

http://www.giornalettismo.com/

 

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"Per la sua ironia, originalità e simpatia e anche perchè sa scrivere bene in italiano."
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