Creato da emancampo il 24/11/2010
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Sensazione

Post n°175 pubblicato il 26 Maggio 2011 da emancampo
 

Sensazione
Nelle sere azzurre d'estate andrò per i sentieri,
pizzicato dal grano, a calpestare l'erba tenera:
come in sogno ne sentirò il fresco nei piedi.
Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.
Non dirò nulla, non penserò a niente:
ma l'amore che non ha fine mi riempirà l'anima,
e andrò lontano, molto lontano, come un vagabondo
attraverso la Natura, felice come quando si sta con una donna.

 
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Dagli occhi di un bambino

Post n°174 pubblicato il 25 Maggio 2011 da emancampo
 

Dagli occhi di un bambino
Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani.
Se chiudesse gli occhi cadrebbero.
Solo la sua meraviglia li mantiene sospesi,
la sua piccola mano li fa alzare,
il suo cuore li muove e li allontana.
Senza un bambino appiccicato ai vetri,
alle alte ringhiere di una terrazza adulta,
gli aeroporti morirebbero di orrore.
Un bambino non potrà mai pronunciare
la parola "aeronautica".
ma da lui dipenderà l'imitazione dell'uccello.
Un bambino non saprà calcolare le distanze
ma lui è la garanzia del ritorno.
Ogni aeroporto deve avere un bambino
appiccicato ai vetri,
vicino agli altoparlanti, dovunque si annidi
la paura.
Grazie a lui causerà meno lacrime il rientro di tutti,
soffrirà meno baci l'addio delle madri
e le hostess potranno evitare avvisi insulsi.
Un aeroplano nell'aria
sono molti i bambini che guardano l'orizzonte.

 
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E lasciatemi divertire

Post n°173 pubblicato il 24 Maggio 2011 da emancampo
 

 

E lasciatemi divertire

Tri, tri tri
Fru fru fru,
uhi uhi uhi,
ihu ihu, ihu.

Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente.

Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.

Cucù rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!

Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?
Licenze, licenze,
licenze poetiche,
Sono la mia passione.

Farafarafarafa,
Tarataratarata,
Paraparaparapa,
Laralaralarala!

Sapete cosa sono?
Sono robe avanzate,
non sono grullerie,
sono la... spazzatura
delle altre poesie,

Bubububu,
fufufufu,
Friù!
Friù!

Se d'un qualunque nesso
son prive,
perché le scrive
quel fesso?

Bilobilobiobilobilo
blum!
Filofilofilofilofilo
flum!
Bilolù. Filolù,
U.

Non è vero che non voglion dire,
vogliono dire qualcosa.
Voglion dire...
come quando uno si mette a cantare
senza saper le parole.
Una cosa molto volgare.
Ebbene, così mi piace di fare.

Aaaaa!
Eeeee!
liii!
Qoooo!
Uuuuu!
A! E! I! O! U!
Ma giovinotto,
diteci un poco una cosa,
non è la vostra una posa,
di voler con cosi poco
tenere alimentato
un sì gran foco?

Huisc... Huiusc...
Huisciu... sciu sciu,
Sciukoku... Koku koku,
Sciu
ko
ku.

Come si deve fare a capire?
Avete delle belle pretese,
sembra ormai che scriviate
in giapponese,

Abi, alì, alarì.
Riririri!
Ri.

Lasciate pure che si sbizzarrisca,
anzi, è bene che non lo finisca,
il divertimento gli costerà caro:
gli daranno del somaro.

Labala
falala
falala
eppoi lala...
e lala, lalalalala lalala.

Certo è un azzardo un po' forte
scrivere delle cose così,
che ci son professori, oggidì,
a tutte le porte.

Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!

Infine,
io ho pienamente ragione,
i tempi sono cambiati,
gli uomini non domandano più nulla
dai poeti:
e lasciatemi divertire!

 

 

 

 
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Il tuo cuore

Post n°172 pubblicato il 23 Maggio 2011 da emancampo
 

 

il tuo cuore

Io penso il tuo cuore, come un acqua
perduta in un deserto
che invano aspetta chi ci si disseti.
Lo penso come un albero fiorito
im piena notte, che nessuno guarda,
se non da vetri in fuga un viaggiatore
che noia o affari porta lontano.

Come uccello spaurito
pei lacunari di una volta
di cui non trova uscita e crea soltanto
col suo strido più vasta solitudine.

 

 

 

 
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Inverno a Roma

Post n°171 pubblicato il 22 Maggio 2011 da emancampo
 

 

Inverno a Roma

I bambini che pensano negli occhi 
hanno l' inverno, il lungo inverno. Soli 
s' appoggiano ai ginocchi per vedere 
dentro lo sguardo illuminarsi il sole. 
Di là da sé, nel cielo, le bambine 
ai fili luminosi della pioggia 
si toccano i capelli, vanno sole 
ridendo con le labbra screpolate. 
Son passate nei secoli parole 
d' amore e di pietà, ma le bambine 
stringendo lo scialletto vanno sole 
sole nel cielo e nella pioggia. Il tetto 
gocciola sugli uccelli della gronda.

 

 

 

 
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