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Si rafforza il SI per il Referendum Costituzionale del 4 dicembre.


Si rafforzano le posizioni del SI per due aspetti veramente significativi: -il primo riguarda il ricorso rivolto al tribunale civile di Milano dall'ex presidente emerito della Corte costituzionale Valerio Onida circa la "disomogeneità" del quesito.A riguardo il Giudice civile di Milano, Loretta Dorigo, ha respinto tale ricorso, unitamente ad altro analogo, sull’eccezione di legittimità costituzionale della legge istitutiva del referendum laddove non prevede l’obbligo di ‘spacchettamento’ del quesito quando ci sono più temi, come nel caso di quello sulla riforma costituzionale oggetto della consultazione popolare del 4 dicembre prossimo. Per il giudice “il referendum nazionale non potrà che riguardare la deliberazione parlamentare nella sua interezza”. Specificando, altresì, che in caso di “parcellizzazione, l’elettore, libero di scegliere su ogni singolo quesito, finirebbe in tal caso per intervenire quale organo propulsore dell’innovazione costituzionale contro la lettera della norma oltre che a favorire l’ingresso di una contrattazione politica di carattere compromissorio".Pertanto il REFERENDUM COSTITUZIONALE si terrà regolarmente il prossimo 4 dicembre.-Il secondo aspetto è squisitamente di natura politica perché PERMETTE ai sostenitori del NO di ravvedersi e votare SÌ, come promesso, intervenendo l'accettazione del Governo a modificare la nuova legge elettorale, meglio nota come ITALICUM, che ELIMINA i paventati rischi del "combinato disposto".In pratica nel PD, partito di maggioranza dell'attuale governo, è stato elaborato e firmato un documento che accoglie le richieste della minoranza dem, avanzate da tempo e che riguardano: l’elezione diretta dei senatori sulla base della proposta Fornaro-Chiti e il superamento dell’Italicum, con l'eliminazione del ballottaggio e dei capolista bloccati, riconoscendo che la strada giusta è rappresentata dalla reintroduzione dei collegi uninominali.Questo accordo, racchiuso in due pagine, è stato firmato dal vice segretario del Pd, dai due capigruppo di Camera e Senato, dal presidente del Partito e da Gianni Cuperlo in rappresentanza della minoranza dem che a mio personale avviso non può continuare a definirsi "sinistra riformista" ma sinistra schiava del "centralismo democratico". Non a caso molti di loro restano diffidenti e continuano a propagandare il NO al referendum.Questo documento, invece, è un chiaro impegno politico. È una mediazione che riconosce l'opinione di TUTTA la sinistra, anche quella esterna al PD.Io che resto un fautore dell’ITALICUM, per la semplice ragione che garantiva la certezza di GOVERNABILITÀ , non farò il voltagabbana e confermo il mio SI al referendum.