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« L’imminente ripresa econ...Crisi economica, il Pres... »

Corte dei Conti: in Italia superata la grande recessione.

Post n°373 pubblicato il 11 Giugno 2015 da leo.fortuna
 

Anche la Corte dei Conti parla di crescita.
Altro "grillo parlante" che non sa quel che dice.
Lo afferma evidenziando che, comunque, è una " crescita ancora timida" ma gli indici economici degli ultimi trimestri indicano chiaramente che "la lunga recessione che si è abbattuta sull'Italia è stata superata".
Si ritiene superata la recessione per "eventi esterni" come:
•    La riduzione del prezzo del petrolio
•    Il calo dei tassi d’interesse
•    Il deprezzamento dell'euro
•    Decisione della Bce di avviare il quantitative easing.
I predetti punti di vista della "Corte dei Conti" sono apprezzabili se intesi quali fattori di incitare all'ottimismo ma in realtà non garantiscono che la presunta ripresa possa continuare in un’ascesa costante.
Personalmente, restando con i piedi per terra e indisponibile a voli pindarici, ritengo che la recessione sia ancora in corso e che durerà ancora qualche anno.
Ciò, però, non vuol dire che non si possa auspicare altro di buono.
Continuo nella mia analisi, suffragata dall'illuminato parere di esperti mondiali, per dimostrare che non è onesto alimentare illusioni.
E quando lo fanno organi istituzionali, sbagliano due volte.
Continuo a restare dell'avviso che la crisi economica in atto non è ancora finita.
È sopraggiunta nel 2009 e finirà non prima del 2019.

Non si tratta di volersi atteggiare a "Profeti" ma nessuno può negare l'evidenza: dopo ogni crisi finanziaria  intervengono inesorabilmente:
•    Il calo dei consumi
•    Il conseguente calo della produzione
•    L'inevitabile calo dell'occupazione.

Lo scenario è da sempre lo stesso nella sua drammatica sequenza, ma gli effetti, una volta manifestatisi, non possono essere modificati o neutralizzati con una trovata del governo in carica.
Gli interventi tampone attuati in questi anni dai vari governi non hanno sortito alcun effetto, anzi hanno finito con il moltiplicare gli effetti della crisi, per la semplice ragione che questo tipo di eventi finiscono solo quando hanno fatto tutto il loro corso.
A riguardo è utile ricordare che la crisi del 1929 durò dieci anni, provocando una enorme disoccupazione di massa.
A nulla valsero le teorie tradizionali vigenti all'epoca, per spiegare i fatti e per introdurre varianti idonee alla soluzione di quel dramma.
Quando invoco il raffronto "per analogia”, intendo proprio dire che di fronte ad una crisi economica di questa portata, l'azione più indicata è quella di "non muovere un dito".
Occorre solo continuare a essere attenti e vigili, aspettando che la crisi passa.
Intanto prendiamo atto di quello che è realmente accaduto, sinora, nel nostro Paese.

 
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