la torta imperfetta

23.02


Rileggo la tua mail da manager che sa di stanchezza e tensione, di giornate infinite, preoccupazioni, gente che va, gente che viene.Usi non tuoi che presto diverranno tue abitudini, orari prolungati che potrebbero divenire ancora più lunghi.A me piaci sulla fune, ove ti scorgo preoccupato, stanco, affaticato, nervoso, lontano, altrove, irrimediabilmente e straordinariamente, strano ma vero, a tuo agio. Mi piaci.Mi piaci da funambolo, ti si addice. Ti si addice il continuare a lavorare ancora e poi e oltre.GiustoMi pensi e scrivi poco, è così che può solo essere adesso.Non potrebbe essere altrimenti.Non sei quell'aggettivo da te usato, che non ripeto, perché da me non condiviso, (vabbè ti lascio passare la captatio benevolentiae). È così, chiamalo: momento, karma, destino.La nostra tensione ricercata doveva essere così travolta ma se il risultato dovesse essere vederti sulla fune in bilico (e ci stai bene) e, poterti continuare io a scriverti mail senza fine e senza fini e trovare parole sempre nuove e diverse se non le uniche a tenerti un po' compagnia, mi auguro di esserne travolti ancora altre mille volte. Poche righe ed è diventato un lungo monologo, in questa sera di pioggia battente, continuerei a scrivere ma non sarebbe giusto per le mail a venire.Hanno bisogno di parole che le cerchino e che cercheranno te e troveranno me. E ti vedo in bilico e ti trovo qui nei miei pensieri