la torta imperfetta
Acqua farina caffè marmellata Cuociono i cuochi una torta inventata Il riso in bocca, le mani in pasta Briciole zucchero e basta
Poirot stava cenando con il suo amico Hanry Bonnington a Chelsea dove una cameriera, Molly, si vantava di ricordare sempre quello che piaceva ai suoi clienti….”Forse voi riderete di me, Molly arrossì ma quando hai un cliente da dieci anni si impara a sapere quello che gli piace e quello che non gli piace. Ha sempre detestato sia il rognone che le more ed invece quella sera ha ordinato pasticcio di rognone e torta di more! Era come se non notasse nemmeno quello che ordinava!”
Tre topolini ciechi, A. Christie
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Post n°177 pubblicato il 24 Febbraio 2016 da latortaimperfetta
Il tempo non si (non ci ma hai letto bene è proprio si lascia) lascia più vivere e scorre senza pietà. Periodo di cambiamenti questo, chi si muove, chi resta, chi cambia scrivania, lavoro, carriera, domani, esperienze, amicizie, vita. Situazione curiosa, un cambiamento lavorativo da me tanto auspicato, cercato e ricercato si è verificato proprio in questi giorni, cambio di scrivania (non solo), (ritornata ad una mia vecchia ed originaria postazione) una parte del lavoro che mi ha seguita ed un nuovo lavoro tutto da imparare e scoprire. Coincidenza curiosa seppure nella sua diversa e microscopica realtà, in pochi metri quadrati, saltando da un open space ad un altro, ho cambiato il "piccolo mondo antico" intorno a me. Da giovedì scorso da quando il mio capo, con un laconico messaggio serale mi ha informata che avrei cambiato scrivania (sì, la comunicazione è tutta stata incentrata su un semplice spostamento), pertanto sarei stata coinvolta in altro, un misto di sollievo (tanto) e dubbi (pochi) mi hanno accompagnata. Non mi faccio molte domande, valuterò di volta, in volta, di problema in problema, di novità in novità. Il purgatorio per rimediare e salvare ceste di cavoli e capre altrui è, forse (forse), stato espiato, ho superato il "limitar di Dite" (nemmeno tanto in senso metaforico) e su una giostrina di carillon è cominciato il mio nuovo volteggiare.Va bene, sono pronta. Si dice così ma non si è mai abbastanza pronti. E mentre sono nel mio nuovononuovo "banchetto" di scuola, arrivi tu, col pensiero di te; arrivano frammenti di giorno, pensieri, sorrisi, sospiri, sole, paesaggi, città, vento, pioggia, mare, montagna, gioie, difficoltà, lavoro, sguardi, emozioni, passioni, condivisione, vivere, notte. Siamo furbi noi (!) scaltri (Ripellino detestava la scaltrezza, scriveva che vivere è stare svegli e concedersi agli altri, dare di sè sempre il meglio e non essere scaltri) ogni volta usiamo un avverbio, verbo, aggettivo, che, in un qualche modo, aggancia l'altro o aggancia un qualche frammento di ricordo che può suscitare nell'altro. Al solito queste mie mail scritte come pagine di diario, appunti di una moleskine con la copertina arancione, breviario di preghiere (così sia, così è e sarà) con le pagine, che non sono tenute fra le dita, segno di un leggere continuo e fluido ma ogni volta fermate da un segnalibro di messaggi, mail, pensieri, non pensieri, ci sono, non ci sono, porte tagliafuoco col maniglione "antipatico" (sì, sì, proprio antipatico), il panico non ci appartiene. "L'antipatico" non lo sfioro (chi toccherebbe un antipatico?), busso educatamente, (toc, toc) a 'sta porta/portone ma ci sarà qualcuno di là, di qua, fai tu, scelgo la via più semplice (sic et simpliciter), uso il segnalibro, quello dei messaggi, mail, pensierinonpensieri. Conta saper restare, perché andare via è semplice, troppo semplice, come dire amo guidare e scegliere viaggi in rettilineo |
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