Persa Nel Buio

... E luce fù ......


Non riuscivo a crederci, quello sconosciuto, era mio cugino!!!L'ultimo sguardo allo specchio, una rinfrescata al trucco,ed aprii la porta..Lui era li', illuminato dal sole, era addirittura piu' bello,un'attimo, un solo istante in cui a parlare erano i nostri occhi,uno difronte all'altro, gli occhi brillano, di lacrime di gioia,due grandi sorrisi, le sue braccia si allargano, ed io mi abbandono tra di esse,lui mi solleva e mi fa girare, pronunciando di seguito il mio nome,"JENNY JENNY JENNY JENNY"La gioia, che bel sentimento, il cuore che impazza di felicita',proprio quando oramai pesavo di essere SOLA...........invece c'era lui ENRICO.Ci avviammo verso un ristorante, potrei giurare che non camminavamo,ma volavamo, la sua mano stringeva la mia, e subito dopo la stessa mano,mi stringeva le spalle, ogni tanto si fermava mi guardava e diceva,"Jenny mia cugina....ma ti rendi conto? sei mia cugina?!"La sua voce era incredibile, mi entrava dentro facendo vibrare,ogni parte di me.Un sentimento delicato, un'emozione mai provata prima,il mio sangue era uguale al suo, ed io lo sentivo.Avevamo voglia di dirci mille cose,venni' a sapere cose che neanche immaginavo,che mio zio si era separato 10 anni prima,ma che non aveva voluto mettere al corrente mio padre,e che oramai aveva un'altra compagna,cosi' come sua moglie aveva una nuova famiglia,Enrico mi raccontava questo, con un'amarezza legato ad un dolore passato oramai, ma ancoravivo nella sua anima.Mi parlo' dei suoi progetti,sarebbe rimasto in Italia,e la mia gioia era sconfinata,non l'avrei riperso......Il tempo volava in fretta, e ogni cosa che ci raccontavamoera nuova, il pranzo fini' e il tempo era stat troppo poco,dovevamo dirci ancora migliaia di cose.Lui mi disse"Hai impegni? " la sua domanda era una chiararichiesta di allungare i tempi,ma non aveva fatto altro che leggere anche il mio pensiero,cosė gli proposi di rilassarci a casa mia,lui accetto' la proposta.Sul divano ci raccontammo ancora migliaia di cose,ogni tanto ironizzavamo e riempivamo la camera,di grasse risate, eravamo li' con i nostri cuori tra le mani,incuranti del mondo intero, in quel momento,senza finti atteggiamenti, eravamo due bambini,stavamo recuperando l'infanzia perduta.Enrico mi disse che alloggiava in albergo,e che si sarebbe trattenuto un mese a Gallipoli,dopodiche' si sarebbe dovuto trovare una sistemazionea Milano, tramite conscenze italiane in Africa,sarebbe stato assunto nella grande citta,in una grossa azienda, il mio sorriso si spense,lo avrei riperso, certo Milano non e' l'Africa,Milano era la mia citta che avevo lasciato, per dimenticare...........