PESI LEGGERI

Post N° 231


CLICKNon so che dire, mi si strozza la gola, mi si secca il respiro nei polmoni, ogni volta vorrei mettermi ad urlare ma è difficile per una muta: emetto suoni senza conclusione né senno, vorrei poter dare alla mia esistenza un filo logico.Usare la parola, dolce , primitivo dono, estremo sacrificio umano.Scavare nella terra dura a mani nude per poter coltivare, sopravvivere, accendere fuochi con scintille stillanti dalla fredda roccia, solcare i mari in tempesta tra venti e fiamme con gravi perdite di anime coraggiose: a nulla di più alto e misero mai è arrivato il genere umano.Miseria suprema dell’uomo la parola sibila alle orecchie dei deboli e striscia sotto i piedi dei potenti, convince, estorce, inganna, uccide.Chi non vede può esprimere le sue miserie e il mondo della sua mente, la fantasmagoria dei suoi pensieri profondi tramite il verbo, chi non può parlare può solo piangere con occhi che vedono colori, che non avranno mai un’esistenza sonora.Raccontare l’uomo, i suoi vizi e le sue glorie mi è concesso solo scrivendo, come incantata srotolo papiri devoti a me e alla mia arte da tempo ormai obliata e attingo al nero inchiostro che si mescola alle mie lacrime per portarmi a varcare le porte dell’eterno. Dovrei farmi una colpa del mio ingegno? Tacciatemi di immodestia voi che modesti non siete ma le creature che escono dal buio spesso fanno paura e per questo si cercano dei modi per combatterle, senza alcuna vacua speranza di vittoria.Come una giovane strega ho scalato le pareti dell’Inferno, attraversato in volo il Caos, studiato modi subdoli e fallaci per intrappolare il prossimo nelle mie reti; non ho visto la luce per molto e molto tempo, ma il mio arrivo è accolto con timore da chi è conscio dei mezzi potenti delle mie trame d’inchiostro. La cattiveria porta al’inaridimento dell’anima e alla sua quasi completa distruzione, riduzione a cumuli di macerie fumanti come dopo una battaglia atroce e sanguinosa, ma la strada della catarsi tramite l’odio, anche se difficile da percorrere con sacrifici immani, porta a vedere la luce viola del tramonto e il colore dei sogni.Ora la strega ritorna Angelo pronto ad attingere alla fonte della suprema intelligenza e a pesare con bilance diligenti e precise il vizio umano da cui è uscito, di cui era padrone e incontrastato signore..Nonostante la sicurezza mia iniziale mi arrovella il dubbio, come supremo concetto, il tarlo che rode le menti e i sogni, il troppo pensare che provoca vapori mortali che riportano sotto, nella voragine, cratere infernale, nero e sulfureo avello di disperazione: tutto per un balzo di mente e pensiero nel dubbio.La sensazione mortifera spinge all’angoscia fredda e velenosa: un solo particolare se considerato in rapporto al tutto potrebbe sconvolgere radicalmente le menti di intere famiglie di bipedi umani; un solo granello di sabbia tolto dalle fondamenta, può fare crollare un sontuoso palazzo dai pavimenti d’oro e bronzo in cui si possan celebrare banchetti nelle occasioni faconde; un solo granello di sabbia nel meccanismo perfetto del tempo può fermare il respiro dell’eterno…tutto questo è dubbio, figlio del dettaglio insignificante, fratello del peccato, dubbio ragionevole follia di un attimo di troppa lucidità.A me che non ho la parola sorge sempre il dubbio se non sia meglio la mia situazione contrapposta a quella di simili che han ciò di cui io sono priva…si contrappongono soluzioni contrapposte e contrarie e la mia sofferenza acuisce con il tempo che passa.Tacere, parlare, dormire, sognare, dubbio, dubbio…sempre più dubbi mi tolgono e mi danno il respiro mi donano e mi rubano il sorriso, mi inducono a lacrime pietose di ironia. La nostra razza ritiene la propria superiorità data dalla ragione, ma se solo un attimo provassimo a pensare quanto il raziocinio possa portare alla disperazione e alla profonda dissipazione del genere umano, se solo provassimo a guardare la situazione sotto altri punti di vista e non con cannocchiali rotti e ribaltati, bensì una buona volta ad occhio nudo e senza timore e paura di essere animali oltre che cervelli.Ma la nostra stessa natura ci spinge a sentirci superiori perché dotati di meccanismi che regolino i nostri istinti animali e primordiali che si pensa portino alla rovina esseri preziosi ed intellettuali.