Creato da bellicapellidgl3 il 19/11/2014

Pettino Pensieri

Oggi è un giorno perfetto per volare

 

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Spero mi rubino il bancomat, perché il ladro spenderebbe meno!

Post n°14 pubblicato il 07 Gennaio 2015 da bellicapellidgl3

 

Questo mese ho speso tre volte quello che ho guadagnato.

E’ che dalla mia estetista proprio ci volevo andare e, neanche a dirlo, me ne sono scelta una a Trinità dei Monti, dentro un grosso centro che condivide con un parrucchiere di vips. Ora, chiamarlo parrucchiere sarebbe riduttivo: se saluti non risponde, un cardiochirurgo di fama mondiale di sicuro sarebbe più alla mano.
Ma mi è bastato far scivolare lo sguardo sul listino prezzi (mentre pensavo “Mah,  qua un taglio potrei pure farmelo fare”) per bloccare ogni altro pensiero in uscita e per bloccare pure lo sguardo alla seconda riga, senza scendere oltre: taglio DA 100 euro.
Insomma,  se tanto mi dà tanto, me la sono scelta bene l’estetista.

L’altro giorno mi sono imbarcata nel mio viaggio in metro e ci sono andata.
Ed ecco che mi trovo davanti Roul Bova (perché uno così può spendere DA 100 euro per tagliarsi i capelli alla maschietta).
Insomma, per fare certi incontri frontali una dovrebbe almeno avere un 24 ore di preavviso, e che cavolo, quanto meno per dominare la tachicardia. Sorride pure,  perché io non so fare di meglio che restare impietrita, un ebete proprio, tutte le frasi che mi sfrecciavano erano di una banalità sconcertante.
La mia estetista frizzantina me lo presenta,  prova a dire qualche frase rompighiaccio che io nemmeno riesco a decifrare, poi valuta se farmi un elettroshock  e infine si arrende e mi trascina in cabina (come la chiamano loro).

Direi che per la giornata posso ritenermi soddisfatta.

Esco e c’è un sole accattivante, piazza di Spagna vista dall’alto pullula di gente impazzita per i saldi. Io ripeto il mio mantra: ”Vattene a casa, per piacere”.
E invece mi ritrovo a scendere la scalinata, ché non te li vuoi fare due passi in via Condotti? Gucci, Louis Vuitton (davanti al quale c’è una fila di giapponesi), Moncler , Cartier.
Donne impellicciate, profumi di fragranze costosissime che restano addosso per settimane pure se ti lavi, uomini con sciarpine di seta e sigaro e lo sguardo studiatamente nel vuoto. Io devo fare la brava, non posso ancora dare fondo al mio conto.
Con uno sforzo di volontà di cui mi sento molto fiera, faccio dietro front e torno verso la metro con passo deciso.

Ma la vita è tutto uno sliding doors, cavolo, ci sono cose che proprio devono accadere anche se ti opponi col buon senso.

Sono già dentro il tunnel della metro e mi sento chiamare per nome. C’è la mia amica A., è fuggita dai doveri come una ladra, ha quei suoi occhi blu che a volte sembrano viola tanto sono belli, mi abbraccia, sottolinea che è uscita DA SOLA con una missione da compiere: andare al negozio di Tory Burch.

Ora voi ditemi.
Io proprio non volevo fare altro shopping selvaggio, ma come si fa a resistere?

Mi ha vista titubante: “Ma hai da fare?” Io, candida: ”No”.
“Beh allora accompagnami, so già cosa devo prendere, andiamo e colpiamo. E’ qui, su via del Babbuino”.
E già mi ha convinta, anche se recito la parte della ritrosa: ”Però io non compro niente eh”. Ride, mi prende sottobraccio, è una giornata con dei colori splendidi là fuori.

Da Tory non c’è nemmeno la fila (con quei prezzi, vorrei pure vedere).
Il negozio è angusto, pieno di borse stratosferiche, non so più dove girarmi.

E poi mi innamoro.

Di un borsa nera,  non molto grande, con la tracolla, posata casualmente su una poltrona, quasi bistrattata mi pareva. Leggo il prezzo: 500 euro. 
Quasi la lancio per rimetterla dove l’ho trovata, nemmeno mi potesse provocare un’ustione. E  A. si avvicina (la dovrei ammazzare se non la amassi così!) e mi inietta il siero:

”Ma questa è bellissima, sembra fatta per te, è elegante, discreta… è la tua, proprio”.

No che non è la mia perché ancora non glieli ho dati a Tory quei 500 euro!
Però poi sono in fila alla cassa, striscio e amen. Ma il bello (o il peggio)  deve ancora venire.

Non ci eravamo accorte che c’era un’altra sala!

Entriamo e gli occhi sono drogati da altre borse e pure scarpe.
“Tu hai già comprato, mia cara” mi dico “ peggio per te che non ti eri accorta di quest’altro mondo nascosto”.

Ma poi c’è lei.

Lì, come una regina, da sola su un ripiano, maestosa, nemmeno mi guarda (figuriamoci). Però io mi avvicino, sfilo il cartoncino del prezzo riposto all’interno: ari 500 euro.
Io li avrei già spesi, grazie.
Si avvicina la commessa, con un sorriso studiato e vagamente sinistro  da venditrice incallita: ”Le piace?”
Eh mi piace sì!
“Questa merce è in saldo” rincara sempre con quella specie di paresi sulla faccia “quindi le verrebbe a costare 250”.

Cavolo. Cavolo.

“Eh ma ho già acquistato questa”. E lei mi parla come uno spot:” Batti il ferro finché è SALDO”.
Ma so io dove te lo sbatterei il ferro.
Proprio non si può fare, potrei essere perseguita penalmente a comprare DUE borse di Tory Burch nello stesso pomeriggio.
Ma poi, quando sono assolutamente convinta che nulla mi farà cambiare idea, accade qualcosa.
Una giapponese prende quella borsa, se la rigira tra le mani, parlotta col marito riccone. Ennò eh, stai a vedere che arrivano dal Giappone per privarmi di una cosa che vendono a casa mia. “Mi scusi” le dico in inglese “ma questa l’avevo vista prima io!”

Serve che vi dica con quante borse sono tornata a casa?

Però quanto mi sentivo bene!

 
 
 
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