Pettino Pensieri

5 istanti di felicità


  1.Io e mio nonno torniamo da un giro in bici in campagna. A casa la nonna sta mettendo nei piatti il risotto. Ci sediamo a tavola, chiedo al nonno se posso assaggiare un po' del suo vino. Lui mi guarda soppesando le mie parole col suo sguardo torvo, ma me ne versa un goccio nel mio bicchiere che diventa rosa. So che gli vorrò bene per sempre.2.Londra. Ha smesso di piovere, ora solo gocce fini. Alessandro ha una felpa grigia ed è fradicio sulla spalla sinistra, perché in due sotto l'ombrellino di suo fratello si sta stretti. A metà strada tra la scuola e la casa della mia famiglia ospitante, c'è una chiesa col tetto spiovente. Ci fermiamo là sotto, io appoggio per terra l'ombrello. Alessandro mi prende il viso tra le mani e spegne sul nascere quello che stavo per dire.3.Io e Carmen affacciate alla finestra della nostra casa, una casa che ci ha visto insieme per sette anni, dio solo sa cosa direbbero le mura se potessero parlare. E’ una notte senza stelle. Siamo in silenzio, il suo braccio sfiora il mio. Sento che è la sorella che non ho mai avuto. La nostra complicità è più forte di tutto. Ci siamo laureate due giorni prima, lei partirà, ma io so che nessuna distanza potrà separarci. Esistono notti in cui il cielo può essere azzurro.4.Siamo a lezione, lui per caso si siede vicino a me. Ho il cuore a mille, so che dirò cose banali.“Ieri sera dopo l’esercitazione sono tornata a casa alle otto. Ero una donna finita”, infatti dico. Lui ha un giubbotto di renna pieno di frange:”Bello aspettare a casa una donna che torna sfinita”. Lo dice senza guardarmi, ma sta sorridendo. “Non ti ci vedo in questo quadretto da nucleo familiare. Secondo me non solo lei arriva distrutta, ma neanche ti trova”. Mi capita di essere caustica quando voglio difendermi. Lui mi dà ancora il profilo, sfoglia i suoi appunti, sembra assorto. ”Chi dice che sia un nucleo familiare, potrebbero anche essere due amanti”. Io incasso. Ho dato fondo alle banalità, quindi mi convinco che faccio una migliore figura a tacere. Ma poi lui si volta e finalmente mi guarda dritta negli occhi. Il tempo sembra sospeso. E dice qualcosa che non ho più dimenticato: ”Ad esempio, a te potrei aspettarti”. 5.E' in ritardo, ma non è la sua città e oggi non mi sembra nemmeno la mia. Sono in un bar sconosciuto, ho messo il vestitino nero, volevo essere sensuale senza apparire vistosa. L’attesa mi sta consumando, fisso la porta in trepidazione. Tutto dipenderà da questo incontro. Forse tutta la mia vita, penso. Mi chiama al telefono, vai verso le bandiere, gli dico. Ci sono davanti, dice lui. Eppure non riusciamo a vederci. (C’erano  maledettissime bandiere anche dalla parte opposta del piazzale antistante). Finalmente entra, trafelato, sorride tutto, sorride con gli occhi, con le mani che non riesce a tenere ferme. Non smette di parlare, sento la sua emozione montare insieme alla mia, io sorrido, lo ascolto, ogni tanto gli tocco un ginocchio. Ridiamo. Usciamo. Fa freddo. E poi un bacio, di quelli che spostano le pareti. Un amore che sposta le pareti.