La voce di un uomo

Lettera degli insegnanti di Vignate


"A morte le università e la scuola elementare!". Questo è lo slogan che la combricola di Mister B. ha preferito non esporre sui manifesti durante la campagna elettorale, ma che sarebbe stato molto più azzeccato di "Rialzati Italia! Però ricordati che sei a testa in giu, quindi rialzarti vuol dire andare ancor di più verso il basso". Ho deciso allora di pubblicare anche una lettera sottoscritta dagli insegnanti della scuola elementare statale del mio paese. Leggete, leggete. (In corsivo i miei commenti)Gli insegnanti lavoratori della scuola primaria di Vignate, sottoscrittori della presente, desiderano richiamare l’attenzione di tutti manifestando la propria preoccupazione sulla situazione che andrà delineandosi nei prossimi mesi, per l’immediata conversione in legge del decreto del ministro Gelmini, nonché per i vari  tagli economici previsti in ambito scolastico ed educativo.  Ecco quanto “potrebbe” accadere… Nella scuola elementare (ora denominata primaria), si avrà la progressiva cancellazione del tempo pieno e delle classi a modulo; le “ore di didattica” verranno infatti ridotte a 24 settimanali, con l’introduzione di un unico docente, che sarà indotto ad esprimere competenze decisamente più generiche. Cioè, se qualcuno si lamenta del fatto che le nostre insegnanti siano pessime (nessuno esclude e nega che le maestre non siano perfette in tutto e per tutto) in questo modo le si rende ancora più pessime Le classi potranno essere molto piu’ numerose (si dice fino a 30 bambini), con l’inserimento di alunni diversamente abili ai quali non sarà più necessariamente garantito il supporto di un insegnante di sostegno, privando in questo modo la scuola pubblica statale del contributo  di personale specializzato necessario al suo normale funzionamento. I poveri bambini affetti da patologie come la sindrome di Down non potranno più avvalersi di aiuti che non si può non definir fondamentali. Mi spieghino lorsignori come intendono insegnare qualcosa ai piccoli in questione se non hanno nessun aiuto in più rispetto agli altri.Non si potranno più realizzare laboratori ed attività di supporto alla classe: anche le compresenze verranno soppresse! Niente più lezioni di apprendimento in modo divertente e leggero. Niente più cartelloni colorati. Informatica la si studierà sui 486 con incorporato windows 95..mamma mia! E meno male che si è ribadito più e più volte che è essenziale insegnare l'informatica sin dai primi anni di scuola.La mensa scolastica ed i servizi pomeridiani verranno messi in discussione e molto probabilmente, assegnati a personale esterno.E’ prevista la chiusura degli istituti comprensivi con meno di 500 alunni. Niente più scuole in cui si lavora serenamente. Solo ed esclusivamente "allevamenti" di bambini.  Ricadute negative In particolare sulle famiglie che non potranno più usufruire di un servizio fondamentale come il tempo pieno ( solo nella provincia di Milano sono 140.000). E' ora che le donne tornino a fare le casalinghe insomma. Sugli alunni che da un punto di vista pedagogico e didattico non potranno avvalersi dell’attenzione e della cura di una pluralità di docenti, i quali, mettendo a fuoco problematiche e definendo strategie adeguate, analizzino insieme le singole situazioni, per programmare interventi e soluzioni funzionali. Se ti capita un'insegnante cattiva e stronza te la devi tenere. Devi avere il mal di pancia tutte le mattine e aver sempre paura di andare a scuola. Se i genitori hanno qualche problema non troppo serio non hanno nessun punto di riferimento a cui aggrapparsi (quella che adesso sarebbe l'altra insegnante). Niente pluralismo d'insegnamento. I vostri bambini rischieranno di essere educati da una pericolosa sessantottina comunista stalinista!! Senza che qualcun altro possa cercare di indurla a moderarsi nei suoi modi. Niente più confronti costruttivi tra insegnanti.  Sui docenti che dovranno occuparsi, in un tempo più ristretto, di tutti gli ambiti disciplinari, indipendentemente dalle competenze acquisite con la propria esperienza ed i frequenti aggiornamenti. Tutto questo unitamente ad una maggiore responsabilità educativa e didattica, ed all’impossibilità di  approfondire quei saperi che non sono più ritenuti indispensabili. Se già si fa fatica a dare una formazione primaria discreta con insegnanti in qualche modo specializzati nella materia figuriamoci se una stessa persona deve gestire tutto ed in meno tempo.  E per i docenti-lavoratori… Il nostro trattamento economico e giuridico prevede uno scarso investimento di risorse per il rinnovo contrattuale’08/’09: non verrà così garantito il recupero del potere d’acquisto dei nostri stipendi, che saranno ridotti. Della serie: "Gli insegnanti italiani sono quelli che hanno gli stipendi più bassi d'Europa. Così si invogliano le persone promettenti e facoltose a svolgere la professione dell'insegnante no? Il personale scolastico diminuirà di circa 130.000 posti, di cui 87.000 insegnanti e 43.000 tra ausiliari ed amministrativi. Tesori, a fare i disoccupati! Meno occupati vuol dire meno consumi che vuol dire un PIL più basso...Visto che la nostra economia sta andando troppo bene freniamola un po' no? Molti di noi insegnanti avvertono ultimamente un profondo disagio nell’adempimento della propria professione e si sentono privati della serenità necessaria per svolgerla.Il nostro è rimasto uno dei pochi mestieri che ancora si occupano di diffondere quell’educazione, quella cultura, quei valori umani che dovrebbero poter essere condivisi trasversalmente da tutti i cittadini, indipendentemente da qualsiasi  ideologia. Sono i principi che qualunque stato dovrebbe salvaguardare, considerando l’impegno educativo un grande investimento per il futuro della società, e non un capitolo di bilancio da cui tagliare. Eh si, perché, se anche con questi tagli lo Stato riceve qualche soldo in più, va a peggiorare la qualità dell'educazione contribuendo ad una diminuzione di futuri elementi di ricchezza della società, quali sono ad esempio i ricercatori. Per tutti i motivi che abbiamo fin qui esposto, invitiamo colleghi, genitori e cittadini a riflettere , a far chiarezza sulla situazione, ad esprimersi, a confrontarsi, a prendere posizione, anche per mettere in atto azioni unitarie per il bene di tutta la comunità scolastica.