La voce di un uomo

Riscrivere la democrazia moderna


La nostra classe politica prova, sottobanco, a proporre un nuovo modello di democrazia. Il nome è ancora ignoto ma la si potrebbe ribattezzare italiàn-democrazia. Adesso mi spiego:La proposta è stata presentata dai senatori del Pdl (primo firmatario Gasparri) e consiste nel dare vita a dei disegni di legge governativi "prioritari". Questo vuol dire che tali disegni di legge hanno l'obbligo di essere approvati (o non) entro 60 giorni dalla loro presentazione in Parlamento; alla stregua di quanto accade ora con i decreti legge, con la sostanziale differenza che i disegni di legge prioritari non necessitano una giustificazione che riguardi l'urgenza (non che i decreti legge attuali abbiano il carattere dell'urgenza, ma di certo, agli occhi dell'opinione pubblica, il Governo deve comunque giustificare in qualche modo questo tipo di provvedimenti). Ma la questione principale non riguarda tanto quest'aspetto, di per sé giustificabile per il fine di velocizzare i lavori parlamentari, bensì la possibilità per il Governo di disporre che interi articoli siano votati senza modifiche: siano cioè "inemendabili". In cambio la principale forza di minoranza godrebbe di uno Statuto d'Opposizione ed il leader del maggiora partito d'opposizione verrebbe formalmente riconosciuto.Il tutto potrebbe avvenire senza modifica costituzionale alcuna, ma semplicemente attraverso una modifica dei regolamenti parlamentari.Dove sta l'inganno?Semplice. Laddove si sancisce la possibilità di rendere inemendabili interi articoli si sancisce altresì la possibilità di svuotare il Parlamento di qualsiasi funzione legislativa.Le democrazie occidentali moderne nascono in epoca liberale ed hanno quale pilastro fondamentale la divisione orizzontale dei principali poteri dello Stato:Il Potere legislativo era originariamente il più forte dei tre poteri ed aveva lui solo il compito di produrre ed approvare le leggi. I suoi rappresentanti sono eletti, totalmente o in parte, dal popolo.Il Potere esecutivo aveva il compito di dare esecuzione alle leggi, di gestire, sostanzialmente, l'attività amministrativa dello Stato e di occuparsi di politica estera.Il Potere giudiziario aveva, ed ha tutt'ora, il compito di applicare la legge. «Il giudice è bocca della legge». Chiaro poi che l'attività d'interpretazione delle norme si rivela un elemento intrinseco di tale potere e dunque la giurisprudenza (cioè le decisioni dei giudici) diviene una fonte del diritto. Nei paesi di Common Law (vale a dire queli legati alla tradizione inglese) la giurisprudenza delle massime corti diviene vincolante per i giudici ordinari (principio dello Stare decisis), mentre nei paesi di Civil Law (vale a dire quelli legati alla tradizione del diritto romano, tra cui anche l'Italia) non vi è il principio della vincolatività del precedente giudiziario e, dunque, l'influenza del giudiziario sul diritto appare sostanzialmente ridimensionata, anche se comunque molto presente.Per tutto il periodo liberale la distinzione tra legislativo ed esecutivo rimane netta e non vi sono sostanziali invasioni di campo da parte dei due poteri. Con il passaggio dallo Stato liberale allo Stato democratico-sociale la situazione cambia; il fallimento del libero mercato si mostra in tutta la sua essenza e la necessità di intervenire in tempi brevi porta ad un ridimensionamento della divisione dei poteri e l'Esecutivo diviene titolare di altre più ampie funzioni. Nel caso italiano l'esecutivo presenta la quasi totalità dei disegni di legge, che vanno approvati dal Parlamento, emana decreti legge (in caso d'urgenza appunto) che entrano immediatamente in vigore e devono essere però, per continuare ad avere valenza, essere approvati entro 60 giorni dal Parlamento, ed emana decreti legislativi, cioè ha facoltà di legiferare, senza necessità che la legge sia approvata successivamente, su materie ed entro limiti precisi delegatigli dal Parlamento.Dov'è finito allora il potere legislativo del Parlamento? C'è da dire subito che ogni parlamentare può avanzare una proposta di legge, ma è bene che si sappia che il potere legislativo si esercita ormai, in sostanza, attraverso l'approvazione di emendamenti.Cosa potrebbe accadere allora se questa norma entrasse in vigore? Potrebbe accadere che il Governo dichiari inemendabili tutti gli articoli dei disegni di legge che propone, dichiarandoli prioritari. Allora ecco che il Parlamento verrebbe svuotato del suo potere legislativo e si arriverebbe ad avere uno Stato con due poteri principali e non tre. L'esecutivo-legislativo in mano al governo ed il giudiziario in mano alla magistratura (sempre che non si decida di cambiare le cose anche lì). Mi si replicherà dicendo: "Embé? Tanto poi i disegni di legge proposti dal governo vengono sempre approvati perché la maggioranza dei parlamentari lo sostengono". Vero, ma in parte. Intanto gli emendamenti sono spesso proposti anche dalla maggioranza e poi non è infrequente che emendamenti proposti dall'opposizione vengano approvati, dando in questo modo voce anche ad una minoranza del Paese. E' per questo che esiste l'opposizione in Parlamento. Se si svuotasse Camera e Senato del potere di emendare i disegni di legge del Governo si arriverebbe ad un risultato che non può definirsi opera di una democrazia sociale, ma di un nuovo modello, che appunto io ho sopra definito italiàn-democrazia. Non mi stancherò mai di ribadire che la Democrazia, per come è intesa nel senso moderno del termine, non significa mera egemonia della maggioranza, ma linea guida di questa, con partecipazione parziale della minoranza. Ma forse, tra qualche anno, si parlerà di democrazia moderna e di democrazia italiana come due entità distinte.Secondo Montesquieu, la separazione dei poteri era funzionale al raggiungimento della libertà dei singoli individui, poiché al limitare del potere la libertà cresce. Ed il barone francese era convinto che solo il potere può limitare il potere.