La voce di un uomo

Incostituzionalità


Come forse avrete già sentito, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di due parti della legge sulla fecondazione assistita.Non è conforme a Costituzione il fatto che non si possano produrre più di 3 embrioni per ogni trattamento ed il fatto che non sia previsto che il trasferimento degli embrioni debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna.Non voglio tanto esprimermi sulla decisione della Corte, di cui ancora non si conoscono le motivazioni, (appena verrà resa pubblica la sentenza provvederò a pubblicarla qui sul blog) io sono contrario in linea generale alla fecondazione assistita, penso che quando la natura non dà la possibilità di avere figli ci si debba mettere il cuore in pace...e magari adottare un bambino che ne avrebbe bisogno, provando allo stesso modo la gioia di essere genitore. Ad ogni modo ritengo che questa sia una questione di coscienza e che, dal momento che io non sono né legislatore né la Costituzione, si debba accettare la decisione della Consulta, la quale altro non è che la bocca della Costituzione, deputata a giudicare sulla legittimità delle norme ordinarie rispetto alla fonte legislativa superiore che è la Costituzione.Ecco, visto che amo fare polemica, vorrei più che altro commentare le parole di Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute e al Welfare, la quale annuncia l'intervento del Governo con nuove linee-guida che permetteranno di rimettere le cose a posto, di correggere la bocciatura della Consulta a quel limite di tre embrioni giudicato incostituzionale. Ma il cervello a queste persone ha preso a funzionare male? Mi spiace arrivare quasi all'offesa, ma qui le spiegazioni possono essere solo due: o siamo di fronte ad un caso di totale irrazionalità, oppure siamo di fronte ad un caso di estrema arroganza ed offesa alla Carta costituzionale. Diamine, la Corte costituzionale dice che una cosa non si può fare e subito si dice che si ripristinerà la situazione dichiarata illegittima? E' vero che questo è un argomento particolarmente delicato, ma è anche vero che se la Corte non ha respinto l'istanza significa che era davvero competente a giudicare e che quindi la Costituzione non permette che quelle norme siano in vigore. Quindi non si capisce molto bene, la signorina ha intenzione di andare contro la Costituzione? Evidentemente sì. Di certo non sarebbe la prima volta per i compagni di B, ma qui si rasenta il ridicolo. Almeno le volte passate non sono mai andati apertamente contro una decisione della Consulta (quando fu approvato il lodo Alfano, dissero che erano stati modificati i punti che la Corte aveva in passato dichiarato illegittimi - in realtà non è vero - ma non sono mai arrivati a dire che non gliene fregava nulla della precedente sentenza della Consulta).Ormai il modo di procedere è chiaro: facciamo quello che ci pare, se qualcuno ci dà contro o è un comunista, oppure invade il campo della politica. Quanto dovrà durare ancora tutto questo? Ripeto, io sono contrario alla fecondazione assistita, ma se viene fatta una legge che la permette e la regola, allora questa legge non può andare contro la Costituzione. Se lo fa è compito della Corte costituzionale abolirla (in tutto o in parte). La Corte ha deciso...PUNTO E STOP. Si manifesti pure il disaccordo per motivi etici, ma non ci si permetta, nella totale ignoranza giuridica o quasi, di contestare la decisione nel merito. Chi se ne frega se siamo tutti cristiani, la Costituzione è sopra a tutto, sopra al papa, sopra al Governo, sopra al Parlamento, anche, in parte, sopra i cittadini tutti (le modifiche costituzionali possono avvenire solo con il particolare procedimento aggravato previsto dall'art. 138 Cost.), quindi nessuno può permettersi di andarle contro. L'unica soluzione per approvare una norma incostituzionale è cambiare prima la Costituzione (che in alcuni punti addirittura è immodificabile), in modo tale che la norma non risulti più costituzionalmente illegittima. Quindi la smettano, per favore, di fare i gradassi "minacciando" il ricorso alla legge ordinaria (o peggio ancora al decreto legge) per ripristinare una norma contraria alla Carta costituzionale (anche perché il risultato porterebbe semplicemente ad un'altra pronuncia pressoché identica, quindi servirebbe solamente a creare scompiglio e disagi).