Piazza delle Erbe

hannibal e il sesso


Leggendo il giornale, scopro (Dio, dovevo essere proprio distratto quella sera al cinema!) che il nuovo divertente film di Lars von Trier Il grande capo è stato vietato ai minori di 14 anni a causa di una «scena esplicita e chiaramente rappresentativa di un rapporto sessuale poco coerente con l'intero contesto narrativo e di carattere molto spinto e gratuitamente volgare». Ora io, giuro, non l'ho vista. E con me neanche i due amici che mi accompagnavano. Ma se anche fosse, ragioniamo: quale under 14 andrebbe a vedere un film di von Trier?!? E poi, ma con che arroganza uno che non è un critico cinematografico né uno che fa cinema può decidere cosa sia in un film «coerente con l'intero contesto narrativo»? Comunque, faccio un appello: quelli di voi che hanno visto il film, hanno capito a cosa si riferisce la commissione di censura? Spiegatemelo, grazie.Restando in tema, oggi è un tripudio di articolesse su quanto sia immorale e censurabile la quarta puntata di Hannibal Lecter (quinta, se ci mettiamo anche il bello e dimenticato Manhunter di cui Red dragon è un inutile remake). Qualcuno di questi scribacchini talebani ha visto il film? Naturalmente no. Antico vizio italico, parlare senza conoscere. Dico, vai prima al cinema e poi smerda quanto vuoi: a quel punto ne avresti tutto il diritto. Io, che il film non l'ho visto, aspetto a dare un giudizio e, per intanto, lascio la (saggia) parola a uno, che nel bene e nel male, è tra i più grandi produttori e distributori di cinema in Italia, Aurelio De Laurentiis: «Secondo me la censura è antidemocratica, andrebbe abolita.
Sta invece alla sensibilità di un genitore vegliare su quello che un figlio va a vedere. Mettere al mondo bambini in modo animalesco senza poi curarsi di quello che fanno, quello sì che è da censurare. Se uno se ne frega dei figli non può dare bacchettate attraverso la censura. Una società civile deve essere capace di autogestirsi». Condivido in pieno e poi, che volete fare, quando sento la parola censura rivedo Alberto Sordi ne Il moralista: sessuofobico onorevole democristiano di giorno, pappone di notte...