Piazza delle Erbe

il testamento di Montalban


Ho finito di leggere, con non poco ritardo (nonostante io sia quasi citato…) e con non poca fatica, il primo volume di Millennio di Manuel Vazquez Montalban. Un autore che rientra fra i miei preferiti, uno scrittore colto e intelligente che attraverso la letteratura di genere (mammamia, che brutta espressione da critici repressi…) ha saputo raccontare la politica, la società, l’evoluzione dei costumi nella sua Spagna e nei tanti Paesi che lui (e il suo alter ego di carta Pepe Carvalho) hanno visitato. Ora, Millennio è un libro pesante, con una trama troppo nebulosa e inverosimile, troppi riferimenti ai libri precedenti e troppe, troppe sentenze sparse qua e là. Una specie di testamento spirituale di un autore che probabilmente sentiva vicina la fine, un tentativo di “libro definitivo” che però non è riuscito. A meno che… a meno che la seconda parte non riservi un colpo d’ala, Ma mi sa che aspetterò un po’ a leggerla. Per intanto, con grande curiosità, cercherò in libreria Bouvard e Pecuchet di Gustave Flaubert, titolo che ignoravo totalmente e che invece Montalban cita più e più volte in Millennio facendo venir voglia di leggerlo.