Piazza delle Erbe

un post di sicuro insuccesso


Oggi parlo di morte. Il fatto è che arrivo adesso da un funerale. Solo un conoscente, ma una persona che mi piaceva molto. Un signore molto simpatico e che mi mancherà parecchio. Mentre ero pigiato in chiesa tra mille sconosciuti non potevo non interrogarmi sul senso-non senso della morte. L’escamotage più stupido che ci si poteva inventare per evitare la sovrappopolazione, ecco come la penso. E poi il dolore, la malattia… Perché? Perché, visto che è proprio necessario morire, non è possibile spegnersi improvvisamente, che so, un giorno che si è appena fatto l’amore con la donna che si ama o che si è mangiato a un banchetto fantastico o si è ammirato un panorama stupendo o un’opera d’arte che ti fa venire le lacrime agli occhi? Speculazioni da agnostico in chiesa, d’accordo. Ma penso anche a quando mi toccherà. Non mi spaventa il come, perché è sempre stupido. Mi spaventa il dolore. E mi spaventa ancora di più l’idea di non aver avuto il tempo di fare tutto quello che volevo. Vorrei che il giorno del funerale ci fossero tutti, anche chi oggi è lontano (in tutti i sensi). Vorrei che mi ricordassero per i miei pregi e i miei difetti, per le cazzate fatte e i bei momenti che sono riuscito a donare. Vorrei che bevessero il mio vino, ascoltassero i miei dischi, leggessero i miei libri, così che un pezzo di me resti con loro.