Piazza delle Erbe

23 maggio


Sabato pomeriggio. Come la domenica di due mesi dopo, anche quella volta in macchina. Notizie confuse alla radio. Poco da capire, inizialmente forse poca voglia. E dopo pochissimo i tg, interminabili, dappertutto. Una voragine che si sarebbe trasformata in una striscia rossa. Uno choc che sarebbe diventato un funerale da spaccare il cuore. L’urlo di una donna che sembrava matta solo perché diceva disperata «Il re è nudo». E girotondi, e voglia di riscatto, e una primavera che dopo qualche anno sarebbe tornata inverno. Un nome infilato dappertutto per dimenticarlo un po’ più in fretta. La foto di un uomo col sorriso sornione, uno con l’unica colpa di credere nella giustizia, lasciato solo perché in Italia si perdona tutto tranne il coraggio e l’ambizione di quei pochi che hanno i meriti per averla.Post scriptum