Piazza delle Erbe

quei moralisti sulle macchine volanti


Billy Ford: se questo nome non vi dice nulla, non preoccupatevi, è solo un represso come tanti. Va da Atlanta a Dusseldorf, il volo è interminabile, ma lui è vicepresidente di un’industria chimica ed è probabilmente seduto in business class, col bicchiere sempre pieno e le hostess sempre intorno. C’è la tv e, immaginiamo, la solita programmazione: cartoon del paleolitico, brevi documentari di cui non importa a nessuno, episodi a muzzo di qualche telefilm. Poi, atteso come la mattina alle 10 durante le fiere (questa è una cosa che può capire solo chi è stato bambino quando lo ero anch’io), il film. In questo caso, passano addirittura due capolavori: Ali G., primo film del comico (?) di Borat, un’innocua cazzatina che prende in giro i rapper neri, e una puntata a capocchia di Rome, il polpettone storico targato Hbo sulla solita caduta del solito impero romano solitamente crollato in quanto corrotto e vizioso (mai che li sfiori il dubbio che forse i barbari invasori non fossero poi così babbari…). Insomma, a un certo punto cosa vede il nostro eroe Billy Ford (bel nome, sembra uscito da un film di Frank Capra)? Due romani corrotti e viziosi che spiano una romana corrotta e viziosa ansimante col culo per aria. Billy Ford non ci sta: «Sull’aereo ci sono anche dei bambini!» strilla l’omino. La Delta Air Lines si scusa, promette che d’ora in poi taglierà tutte le scene di nudo proprio come faceva l’allampanato pretino di Nuovo cinema Paradiso. Neanche una parola di scusa nei confronti di chi conosce la storia, di chi ama il cinema, di chi preferirebbe vedere, per una volta, un bel film anche a qualche chilometro d’altezza. A me è capitato solo in un caso, con Gli incredibili. Tutte le altre volte, stomachevoli e lacrimose vicende di bambine, cani, cavalli e mamme morte. E senza neanche un bel culo che, per citare G.G., fa allegria.