Piazza delle Erbe

lettera di uno spaccacazzo cinefiloa uno scrittore che non gli risponderà mai


Egregio signor Veronesi,ho finito di leggere proprio oggi il suo romanzo La forza del passato. Bello, piaciuto, probabilmente guarderò anche il film. Perché l'ho letto solo adesso? Mah, così. O forse perché lui, il libro, mi ha guardato dalla libreria e con grande seraficità (non come certi tomi che s’impongono e io, per punizione, li lascio lì ad acchiappar polvere) mi ha detto con la voce di Sergio Rubini: «Leggi me!». Vabbè, mi scusi, non la volevo annoiare. Insomma c’è una cosa che voglio chiederle perché, da appassionato di cinema, a me un po’ scoccia. Il protagonista, Gianni Orzan, continua a fare citazioni cinematografiche ma spesso pasticcia, prende cantonate (come la storia delle maniche corte in Un mondo perfetto) e viene smascherato sempre. Sempre, tranne che in un caso: a un certo punto dice che Steve Martin in Grand Canyon faceva lo psicologo e parlava coi semafori. Beh, con rispetto parlando, sono due minchiate: Steve Martin in Grand Canyon fa il regista splatter ed è in Pazzi a Beverly Hills che parla coi cartelli luminosi, semafori compresi. Chi è che ha sbagliato: lei o Gianni Orzan?Cordialmente,Piazza delle Erbe