Piazza delle Erbe

fedi e fedine


Oggi ho scoperto che esiste una cosa che si chiama “anello di castità”. Anello che – lo preciso subito a scanso di equivoci, cari maiali di ogni orientamento sessuale nonché miei più assidui lettori – va messo all'anulare sinistro. L’idea è venuta alla Silver Ring Thing, un’associazione statunitense legata alla destra evangelica (sic!), che ha ottenuto oltre un milione di dollari da Bush jr. per propagandare l'astinenza e vendere anellini con citazioni bibliche, croci, oppure con la scritta «L'amore vero aspetta» (ovvero «Te la dò solo se mi sposi»). Della Silver Ring Thing esiste una costola britannica cui, insieme ad altre coetanee, ha aderito anche una simpatica paciarotta di sedici anni, tale Lydia Playfoot. La ragazza voleva tenere il famigerato anellino anche durante le lezioni, ma la direzione della scuola gliel’ha impedito in quanto in classe non è ammesso portare gioielli di alcun tipo. Un giudice dell’Alta Corte, coinvolto in questa querelle degna di una brutta puntata di Forum, ha dato ragione alla scuola, poiché l’anelletto «non è parte integrante delle manifestazioni di fede», cioè non è obbligatorio come i veli delle ragazze islamiche o i braccialetti Kara dei sikh. Ora, a prescindere dal fatto che secondo me la verginità ha lo stesso valore di un giuramento di Previti o delle dimissioni di Selva, mi chiedo: siamo sicuri che un giudice possa stabilire cosa sia «parte integrante delle manifestazioni di fede»? La fede, grazie a Dio, mi sembra tutto fuorché qualcosa di oggettivo.