Piazza delle Erbe

post-portoghese


Irrimediabilmente tornato, tiro giù qualche riflessione sulle ultime tre settimane.Il Portogallo è la versione povera della Spagna.Se scaracchi, piccioni e pavoni avessero un valore, il Portogallo sarebbe una potenza economica mondiale.I portoghesi sono malati di calcio e cazzi altrui esattamente come gli italiani.Tra Porto e Lisbona, vince assolutamente la prima: più viva e vitale, più vergine e affascinante, insomma meno sputtanata. Lisbona è ormai troppo globalizzata, tolte due o tre cose potrebbe essere qualsiasi altra capitale europea.Tranne due o tre a Lisbona, i cinema portoghesi si trovano ormai solo più dentro i centri commerciali: sono stato tre settimane senza vedere un film.Se ci sono così tanti posti al mondo dove a metà ottobre si può ancora girare in maglietta e fare il bagno al mare, che cazzo ci faccio in Piemonte?Se non devi aspettare un’ora prima che ti carichino, l’autostop può essere molto divertente.Il fado non è solo Mariza o Teresa Salgueiro dei Madredeus, il fado è anche una donna brutta e grassa che ci prova, ti racconta di essere stata abbandonata dal marito e ti mostra sul telefonino le sue due splendide figlie di 15 e 16 anni su cui fai pensieri non proprio paterni.Sono definitivamente diventato naturista. Mi piace il contatto del sole e del mare sulla pelle. I costumi mi fanno ridere e mi danno fastidio. Naturalmente sogno spiagge italiane dove ognuno possa liberamente scegliere cosa indossare, dal nulla al burqa. Sogna ragazzo, sogna…Vedere così tanti bambini belli e intelligenti (sì, lo so che poi diventeranno tutti degli ottusi mostri adolescenti…) ha fatto tornare in me il desiderio di paternità. Ho detto desiderio, non bisogno o voglia smodata: le amanti, reali o in fieri, possono stare tranquille; le papabili, invece, sono allertate.Ho letto quattro romanzi notevoli, ma il più bello diventerà la strenna 2007-2008 per tutte le persone a cui tengo: La schiuma dei giorni di Boris Vian. Praticamente uno Ionesco romantico e innamorato, ficcato dentro un quadro di Dalì. Straordinario.
Attesa, Porto © Piazza delle Erbe 2007