No, nun se po’. L’ho visto L’amore ai tempi del colera, l’ho visto cercando di dimenticare il romanzo per non farmi influenzare. Bel romanzo, che non è un capolavoro ma si fonda su un’idea geniale. Ma d’altronde Mike Newell ha due-tre meriti (Ballando con uno sconosciuto, Quattro matrimoni e un funerale, il penultimo Harry Potter) e tanti crimini cinematografici sulle spalle. La sua visione è quella dell’inglese in vacanza nel paese esotico di turno. Bardem è totalmente fuori parte, la Mezzogiorno è bella e brava ma non basta. Come dice la Tornabuoni su La Stampa, «Quello che manca è l'emozione, la tensione: l'amore, appunto». Peggio di tutto però è il pubblico, gente di ogni età pronta ad arricciare il naso nell’ultima parte del film (peraltro l’unica che davvero funziona): due vecchi che, non solo si amano, ma fanno anche l’amore, non sono belli, non si possono né ammettere né vedere. Spero che ‘sta gentaglia muoia molto prima. Intollerante? Sì, e felice di esserlo.