Piazza delle Erbe

staZ


Entri nella scuola del Maestro. Sì, quel paciarotto che sembra un po’ Cocciante, che scrive benissimo e promuove libri come pochi, ma che quelli con la puzza sotto al naso fanno finta di ignorare. Ci passi con curiosità tre giorni di staZ (mica steidZ, come dicono i provincialotti). Dietro la cattedra, un altro paciarotto: barbuto, forse gaio, sicuramente di una casa editrice che daresti una mano (vabbè, più o meno) per lavorarci. Intorno a te, ad alzare la media dell’età, giusto un paio di tipe. Sì, perché sono tutte donne, tranne tre o quattro ominidi di cui faresti a meno. Comunque, incredibile ma vero, nessuna sbavacchia cercando con lo sguardo il Maestro, che tanto non c’è e in questa occasione non ci sarà. Ti sorprendi e ne sei felice. Ricordi ancora quando secoli fa andasti a vedere con V. il famoso monologo ed eri circondato da ragazzine che conoscevano il testo a memoria e lo mormoravano come una preghiera in chiesa o una canzone pop in un teatro lirico. Ti sembrò una specie di rito pagano da cui eri escluso. Ma Lui per te è sempre stato solo uno che scrive molto bene. Col vago sospetto, peraltro infondato, che umanamente sia simpatico come un’emorroide. Ma forse la tua è la stessa invidia di quelli con la puzza sotto al naso di cui sopra.