Piazza delle Erbe

into the wile


In fuga dal bdcdP, tu ed E. arrivate ai confini torinesi, nella megastrafica multisala dove la clonazione è già realtà (tutte le commesse sono rigorosamente uguali) e i popcorn selfservice occupano un’intera parete riscaldata. Il film è Into the wild di Sean Penn: film cercato, desiderato fin da quando avevi visto il trailer tre settimane prima. Ma man mano che il racconto va avanti, seppure la storia sia bellissima, seppure la natura sia straordinaria, seppure il protagonista Emile Hirsch sia notevolmente bravo, seppure l’America sia perfettamente rappresentata come quel meraviglioso tripudio di contraddizioni che è, c’è qualcosa che fai fatica a mandar giù: l’artificiosità letteraria e il filosofame di molti monologhi e dialoghi. Filosofame che ti fa venire in mente quella canzone di Gaber: «...era così ateo che aveva bisogno di un altro dio».
Tornando a casa...