Piazza delle Erbe

è non è


Del film dei Coen non sai quasi nulla, se non che è dei Coen e questo, in fondo, ti basta. Leggendo i giornali, la parola d’ordine che rimbalza di pseudorecensione in copiaincolla redazionale è VIOLENZA. Tanto scandalo per un killer psicopatico in un paese come il nostro dove vanno di moda l’assassino della porta accanto, Rosa e Olindo, la banalità del male, il trionfo dei futili motivi? Vabbè. Poi vai al cinema e scopri che, giustamente, Javier Bardem ha vinto soltanto l’Oscar come miglior attore non protagonista. Giustamente, perché protagonisti del film sono gli scenari desolanti e desolati del Sudovest statunitense, sono i paesi e le città che tentano di restare uguali in un mondo che cambia troppo in fretta. Ma, soprattutto, il vero protagonista è lui, Tommy Lee Jones, grandissimo attore spesso scagato dalla Academy. Il suo sceriffo è una maschera geniale, una figura epica, straordinaria, commovente. Il suo sguardo mentre ascolta le banalità del vecchio collega forse ancor meno comprensibili dei ragazzi coi capelli tinti di verde, il racconto finale davanti alla moglie dei suoi sogni ricorrenti, valgono da soli tutto il film.