Piazza delle Erbe

sergio, ti presento eri


Caro Sergio Rubini,spinto dalla mia amica Eridanya sono andato a vedere Colpo d’occhio (l’avrei visto lo stesso, ma non so neanche dire di no a quella donna...). Come Eridanya anch’io avevo dei dubbi, uno su tre, per la precisione: non conoscendo la Puccini e sapendo che per evitare la canzone dei Tiromancino sarebbe bastato uscire ai titoli di coda, mi chiedevo solo se sarei stato capace di reggere uno Scamarcio protagonista assoluto. Scamarcio di cui qui avevo già parlato, peraltro, e su cui mantengo la medesima opinione. Insomma, ieri sera ho visto il film. Lei è un bravo regista, sa come muovere la macchina da presa, ha un bel senso estetico e una non comune cura per i dettagli, sa scegliere bene gli attori secondari (la Barale è perfetta, ma come le è venuta in mente?), sa far parlare le città, le province, le piazze, ma... ma il suo film mi ha lasciato un po’ così. E non è colpa della Puccini, né di Scamarcio. È che entrambi, come lei, appaiono convincenti quando il film funziona, appena discreti quando la trama scantona. Ma quello che proprio non va è che il cinismo di cui il film vorrebbe essere sanamente imbevuto, è troppo annacquato da una moraletta che affiora fastidiosamente qua e là: persino l’ultima parte, quella “gialla”, più bella e riuscita, si chiude con una specie di lieto fine che mi pare davvero fuori luogo (io, per capirci, al suo personaggio l’avrei fatta far franca...). La mia amica Eri, molto più cattiva di me, sostiene che la scelta Scamarcio-Puccini sia meramente pubblicitaria e che serva a batter cassa al cinema: stimandola, io non ci credo, ma soprattutto dubito che nell’Italia di oggi un film in cui Scamarcio muore ammazzato (ops, mi scusi, l’ho detto!) possa aver successo.Con immutato affetto,Piazza delle Erbe