Piazza delle Erbe

metterci la faccia


E. mi suggerisce che per l’invio del curriculum è necessaria anche una foto. A me questa cosa lascia un po’ perplesso e aggiunge crisi a crisi. Facile per lei che è caruccia sempre e, se non è giornata, un po’ di trucco e si rimedia (io – non ridete, scribi e farisei! – non vado oltre lo scrub un paio di volte a settimana e un inutile stendiocchiaie al mattino). Il fatto è che in questo periodo sto mandando curriculum a pioggia. Non si salva nessuno: piccoli e grandi, parrucconi e alternativi, mostri e promettenti, tutto pur di sfuggire al gorgo del bdcdP. Ora, seguendo questa logica dell’a ccu pigghiu pigghiu, dovrei farmi qualche decina di scatti diversi per poi abbinarli correttamente a diversi curriculum e lettere di presentazione, in un crescendo di variabili che farebbero la felicità di un matematico e una pippa al cubo di Rubik. Insomma, restando alle foto, dovrei immortalarmi casual ed elegante, con e senza cravatta, rasatissimo e con capello cresciuto, con barba incolta e totalmente implume, sorridente paraculo di trequarti e funerario frontale fototessera... A volte sento che non ce la posso fare. A volte so per certo che non ce la farò.