Piazza delle Erbe

t.v.u.m.d.b. (con appendice bellica)


La frase «Ti voglio bene» deve averla inventata un piemontese. Soltanto uno che quando saluta chiede «Com’è?» e si sente invariabilmente rispondere «Abbastanza» può essere l’autore di una tale pudica, infantile forma di paura nell’esprimere i propri sentimenti. In inglese e in francese (mi mancano elementi per le altre lingue ma si accettano suggerimenti) si dice sempre e solo «Ti amo». Certo, le stesse due parole assumono mille sfumature diverse secondo l’occasione, si va da «Grazie mamma per avermi dato la pappa buona» a «Minchia come ti scoperei a sangue», ma se ti abituano fin da piccolo, quando trovi la persona a cui dire il «Ti amo» più classico, non ti farai più mille seghe mentali sull’opportunità di comunicarglielo infilando di seguito quelle cinque lettere; né, se qualcuno te lo dirà al secondo appuntamento, ti verrà voglia di scappare con la coda tra le gambe. E pensare che tutto ciò mi è stato suggerito dal mio nuovo cellulare: tra gli sms prêt-à-porter, accanto a «Sono in riunione» e «Arrivo alle», i cervelloni finlandesi della Nokia hanno pensato di aggiungere «Ti amo anch’io». Non «Ti amo», che sarebbe già terribile, ma la frase di risposta. Dopo la pigrizia fisica e quella mentale, ora anche quella sentimentale. Eppure, tragicamente, in questo momento mi accontenterei anche di un sms.P.S.: non c’entra nulla, ma a leggere questa mi è venuto in mente il Principe ... e tirano certe bombe che sembrano dei giocattoli,che ammazzano le persone ma risparmiano gli scoiattoli...