Piazza delle Erbe

post prandiale


Incontro finalmente S. e F., due amiche e colleghe che, nonostante lavorino ad appena 4 chilometri dal sottoscritto, non vedo da un secolo. Ho sempre pensato che F., in un'altra dimensione, senza marito e con due figlie in meno, avrebbe potuto diventare l'ennesima F. della mia vita. S. invece, nonostante sia mia coetanea, gioca a fare la sorella maggiore ma, col tempo, è diventata più accondiscendente e ha smesso di bastonare i miei gusti in fatto di donne. Davanti a una piadina schifida, nell'unico bar aperto di questo luglio desertico, parliamo di lavoro, sfighe, viaggi, bambini. Poi, l'idea. Arriva una loro collega e le due diaboliche decidono che devono presentarmela. Mezza terrona mezza esteuropea, sembra interessante ed è la versione giovane di Patti Smith. Mi piace, azzardo un broccolaggio adolescenziale nei dieci minuti che mi separano dal rientro in ufficio, butto lì un invito a cena di gruppo al rientro dalle ferie (sono tutte in partenza, le maledette). Mi rinfilo in macchina. Mentre il gelo dell'aria condizionata lotta senza pietà col caldo bollente delle due del pomeriggio, penso a dove sto tornando. Stavo così bene, appena pochi minuti fa.