Piazza delle Erbe

effetti collaterali/2


Al ritmo dei suoi pochi denti e delle sue mani sempre in movimento, l'uomo parla di Vasco, accenna una canzone sconosciuta sottolineando i doppi sensi con la mimica, racconta di un tempo in cui anche lui suonava, probabilmente una chitarra, forse un basso, poco più che ragazzino nella band di Franco Cerri. Invece del grande jazzista mi viene in mente l'uomo in ammollo ma sto zitto, perché i ricordi stupidi vengono sempre a galla per primi, come gli stronzi, e lui invece merita tutto il nostro rispetto. Non nasconde nulla: i ricoveri che ha subito, la nipote che chissà se davvero vedrà, il sesso che è solo un ricordo, la condivisione forzata degli spazi con qualcuno che ama/odia. Forse è abituato a raccontarsi agli altri, forse si racconta spesso da solo, oggi comunque ha un pubblico attento. Caffè decaffeinato? Sì, grazie.
Storie sfuggite di mano © Piazza delle Erbe 2008