Piazza delle Erbe

camminare nella pioggia


È da giovedì sera che ho in testa Niccolò Fabi e quella sua canzone meravigliosa. E non perché nel bdcdP piovesse, ma perché, mentre come uno stronzo andavo a farmi insultare di nuovo in pronto soccorso nonostante la ferita nel frattempo si fosse infettata, ero solo, a piedi, disperato per il dolore ma tronfio del fatto che non avessi bisogno di nessuno. Che in parte è vero: amo avere voglia di frequentare le persone che amo, detesto averne necessità. E poi erano tutti via quella sera, ed E. non l’avrei (quasi) mai chiamata. E quanto è bello sentirsi chiedere con sincerità da una coppia di quasi estranei, che però ormai considero molto più amici di altra gente, «Ma perché non ci hai telefonato?». Come mi sono sentito in quattro parole? Molto orgoglione, molto coglione. Il dito, bastardo, è ancora nero.