Piazza delle Erbe

Lascio la parola a jena, che oggi su La Stampa scrive:
«Non si possono pubblicare notizie e fotografie a sfondo sessuale, non si possono guardare film porno in tv, non si può abortire né far abortire, non si possono votare i Dico, non si possono accettare le unioni omosessuali, non si può usare il preservativo, non si può prendere la pillola del giorno dopo... Tanto per sapere, il giorno prima si può ancora scopare?»

Cosa mai può spingere una donna di 50 anni a ridere della visione di un culo nudo maschile (peraltro palesemente brutto e quindi neanche erotico) durante uno spettacolo teatrale profondamente intenso e drammatico? E io che credevo che la fase dello sghignazzo e dell’ammiccamento davanti al sesso o alla nudità riguardasse soltanto quel brufoloso e spesso ottuso periodo che si chiama adolescenza! Forse mi inimicherò qualche lettrice, ma io mi sono voltato (la "signora" stava un paio di file dietro) e guardandola ho sussurrato in modo comprensibile «Certa gente ha problemi seri, forse dovrebbe scopare di più». È andata via dopo pochi minuti, non prima di averlo annunciato a tutto il teatro. Tutto il teatro (e anche tutto il Teatro) l’ha ringraziata.

Un conto è quando il gioco si fa duro, quando non c’è tempo da perdere, quando la posta in palio è dannatamente importante… ma quando si tratta di scegliere cosa comprare per cena o che lavoro iniziare prima o cosa fare nel weekend, perché farmi fretta? perché non posso pensarci tutto il tempo del mondo? cos’è questa frenesia, questa isteria che mi circonda? Non la capisco, non la capirò mai. Per questo e altro mi sento davvero parte di una razza in estinzione. E la voglia di mollare tutto invade ogni più piccolo angolo del mio cervello...

I “vieni avanti pretino” dell’Osservatore Romano, forse ispirati dal mondo del calcio, mettono da parte l’amore di cui parlava un certo signore (Signore?) in cui dovrebbero credere e partono a testa bassa con gli insulti. Parlano di carnevalata a proposito della manifestazione pro Dico e le (sempre troppo poche) persone di buon senso insorgono. Ma perché un corteo gioioso, allegro, festaiolo, deve essere considerato una carnevalata? Cosa avrebbero dovuto fare lungo la strada gli uomini, le donne e i bambini (questi ultimi innocenti ma non stupidi, belli, fantastici, vivi e felici come probabilmente mai sono stati i livorosi prelati del giornalaccio papale) che erano a Roma sabato? Indossare il cilicio come la Binetti (oramai lanciatissima icona fetish del 2007) e urlare Penitentiagite facendo la faccia acida e stizzita di un Mastella che non riesce a far messa cantata da Santoro?

… dove hic non sta per qui, ma per il singhiozzo degli ubriachi…
Sono stato 36 ore sulle colline imperiesi e ho mangiato bevuto mangiato bevuto mangiato bevuto bevuto bevuto… per la metà del tempo. Chissà com’è oggi non riesco né a lavorare né a scrivere un post decente. Ma ancora una volta mi rendo conto che DEVO tornare a vivere in un posto che, se non “sul”, sia almeno “vicino al” mare.

P.S. a costo di passare per professorino: il titolo del post è latino, significa “qui staremo benissimo” e, se la memoria non mi frega, è una citazione di Tito Livio.

Non entrerò nei dettagli perché almeno per il momento tengo a mantenere l’anonimato, ma sono stato intervistato alla radio. E non una radio locale o una radio nazionale qualsiasi, mi ha intervistato Radiorai. Non era la prima intervista radiofonica nazionale, avevo già dato per due volte, ma mammarai, che diamine! Ho avuto quei 5 minuti di gongolamento. Poi ho scoperto l’argomento, mi sono documentato e ho capito che la notizia in questione non esisteva. Leggendo il titolo di un articolo (avessero avuto la bontà di leggere il resto avrebbero capito di aver preso un abbaglio…) hanno dedotto che fosse morto un certo personaggio. In realtà l’uomo in questione ci ha lasciato più di 10 anni fa e la notizia riguardava una iniziativa che lo ricorda in questi giorni. Morale: l’intervista non verteva minimamente sull’iniziativa. Ero tentato di sputtanarli (il bello della diretta!!!), poi ho solo deciso di correggere il tiro. Me lo hanno permesso perché praticamente ho parlato solo io: in radio tre domande in 6 minuti sono pochissime. Non avevano idea di cosa chiedermi, non avevano idea delle cose di cui stessi parlando. Quando si dice la professionalità…

Dopo che Inter e Valencia hanno santificato a cazzotti la coppa dei campioni, il solito Matarrese, convinto di trovarsi al bar Sport ha liquidato la questione con «Tutto il mondo è paese». Se l’ometto in questione si trovasse a Milano stasera, gli consiglierei di seguire non tanto la partita quanto i tifosi del Celtic. Prima dell’incontro, infatti, una loro delegazione si recherà a piazzale Loreto per rendere omaggio ai 15 partigiani che lì furono giustiziati; poi, durante la partita, sarà esposto uno striscione in ricordo dei 39 morti dovuti alla follia dell’Heysel. Insomma, un altro calcio è possibile: non solo miliardi, non solo violenza, non solo Matarrese.