Piazza delle Erbe

Che volete fare? Sotto questa corazza autarchica batte un cuore pdemocratico. E così ho fatto anch’io il giochino di Repubblica "Chi vorreste come leader del PD". Voto (e non dico per chi, il voto è segreto, diciamo che ha i baffetti, un pezzo di barca, ed è antipatico ai più…) e cosa scopro? Che Rutella scompare (fosse vero, alleluia alleluia!), che gli altri candidati che avrei votato non vanno oltre il 4%, e che i lettori premiano un sindaco straparaculo. Un eccellente sindaco paraculo, per carità, ma dal gestire una grande città a gestire il futuro di questa malferma parte di italiani, c’è la stessa differenza che passa tra dire e fare. Perché, tra dire e fare, come ci ricordano saggiamente Elio e le Storie Tese, «c’è di mezzo “e il”».

A proposito del post precedente.
Ci sono domande che non avranno mai risposte oppure il mio blog è frequentato soprattutto da noi gggiovani? In entrambi i casi… fico! Anzi, come si diceva negli anni della mia atroce adolescenza… toco!

Direte: ma non hai proprio un cazzo da fare? In realtà ne ho, ma non ne ho nessuna voglia. In più c’è un tarlo che mi rode da quando ho scritto l’ultimo post: ma perché mai in Rai davano i film alle 10 del mattino “in occasione della fiera campionaria di…” in un periodo in cui ancora i programmi iniziavano non prima di mezzogiorno e si chiudevano al più tardi a mezzanotte? Le mie ricerche su Google non hanno dato esito, confido nella sapienza di tutti voi.

Billy Ford: se questo nome non vi dice nulla, non preoccupatevi, è solo un represso come tanti. Va da Atlanta a Dusseldorf, il volo è interminabile, ma lui è vicepresidente di un’industria chimica ed è probabilmente seduto in business class, col bicchiere sempre pieno e le hostess sempre intorno. C’è la tv e, immaginiamo, la solita programmazione: cartoon del paleolitico, brevi documentari di cui non importa a nessuno, episodi a muzzo di qualche telefilm. Poi, atteso come la mattina alle 10 durante le fiere (questa è una cosa che può capire solo chi è stato bambino quando lo ero anch’io), il film. In questo caso, passano addirittura due capolavori: Ali G., primo film del comico (?) di Borat, un’innocua cazzatina che prende in giro i rapper neri, e una puntata a capocchia di Rome, il polpettone storico targato Hbo sulla solita caduta del solito impero romano solitamente crollato in quanto corrotto e vizioso (mai che li sfiori il dubbio che forse i barbari invasori non fossero poi così babbari…). Insomma, a un certo punto cosa vede il nostro eroe Billy Ford (bel nome, sembra uscito da un film di Frank Capra)? Due romani corrotti e viziosi che spiano una romana corrotta e viziosa ansimante col culo per aria. Billy Ford non ci sta: «Sull’aereo ci sono anche dei bambini!» strilla l’omino. La Delta Air Lines si scusa, promette che d’ora in poi taglierà tutte le scene di nudo proprio come faceva l’allampanato pretino di Nuovo cinema Paradiso. Neanche una parola di scusa nei confronti di chi conosce la storia, di chi ama il cinema, di chi preferirebbe vedere, per una volta, un bel film anche a qualche chilometro d’altezza. A me è capitato solo in un caso, con Gli incredibili. Tutte le altre volte, stomachevoli e lacrimose vicende di bambine, cani, cavalli e mamme morte. E senza neanche un bel culo che, per citare G.G., fa allegria.

2. tutta quella tirata su muscoli e sudore per il lettore medio fa di me un gay (non la solita caricatura di checca isterica, uno vero e normalissimo… paura eh?)
3. ripeto due volte la parola fica con la c (non sono né milanese né ipocrita, a me sembra normalissimo…)
4. ce l’ho con la tv spazzatura
5. sono contrario all’invasione della privacy
6. sto dalla parte dei fedifraghi
7. non prendo in giro la cornuta
8. cito nel post scriptum uno che è finito in galera ingiustamente e ha fatto una brutta morte

Sembra la brutta scena di un film dei Vanzina (a proposito, sono loro che hanno capito tutto o siamo noi che stiamo diventando come un loro film?). Il Giro d’Italia passa da Sarzana e un regista evidentemente stufo di muscoli e manubri, ruote e polpacci, borracce e sudore, stacca le telecamere sulla vicina spiaggia di Marinella: fa caldo, è una splendida giornata, c’è un sacco di fica da riprendere. Fica inconsapevole, di quella che viene buona per la fascia pro-tetta. Una signora in topless si copre, a mostrare il seno a qualche milione di persone non ci sta. Una coppia, invece, è in costume e pensa beatamente ai fatti suoi. Peccato che i due siano amanti, e che qualcuno, ingenuamente o con bastarda malizia, faccia la spia alla moglie cornuta. Che non si potesse scopare in santa pace l’avevamo già capito grazie al Vaticano, ma doveva mettersi di mezzo anche mammarai?

P.S.: il titolo del post non è mio, l'ho rubato a un fantastico articolo del povero Enzo Tortora sulla querelle a proposito di Ultimo tango a Parigi trasmesso in tv.

Sabato pomeriggio. Come la domenica di due mesi dopo, anche quella volta in macchina. Notizie confuse alla radio. Poco da capire, inizialmente forse poca voglia. E dopo pochissimo i tg, interminabili, dappertutto. Una voragine che si sarebbe trasformata in una striscia rossa. Uno choc che sarebbe diventato un funerale da spaccare il cuore. L’urlo di una donna che sembrava matta solo perché diceva disperata «Il re è nudo». E girotondi, e voglia di riscatto, e una primavera che dopo qualche anno sarebbe tornata inverno. Un nome infilato dappertutto per dimenticarlo un po’ più in fretta. La foto di un uomo col sorriso sornione, uno con l’unica colpa di credere nella giustizia, lasciato solo perché in Italia si perdona tutto tranne il coraggio e l’ambizione di quei pochi che hanno i meriti per averla.

Qualche giorno fa sono stato accolto da un perfetto sconosciuto con cui avevo un appuntamento di lavoro con una frase che mi ha gelato. Una frase innocentissima, cui è seguita una piacevole conversazione, ma che mi ha fatto capire che il tizio in questione (peraltro di una certa età) aveva setacciato Google in cerca di mie notizie e che, naturalmente, non si era limitato alle informazioni utili all’incontro ma aveva spulciato anche fra le minchiate (nella fattispecie delle ironiche notarelle autobiografiche realizzate per un vecchio sito internet dove scribacchiavo). Ora, ricorrere a Google per farsi una mezza idea della persona che ci si troverà davanti è una cosa che faccio anch’io, ma non mi sognerei mai di rischiare di mettere in imbarazzo qualcuno che peraltro neanche conosco. Ma forse, per dirla con Gaber, «sono io che faccio parte di una razza in estinzione».

Il vescovo Ubaldo nel 1155 difese Gubbio dalle truppe di Federico Barbarossa; oggi, paragonandosi a lui, il segretario generale della Cei Betori spende i suoi 15 minuti di notorietà ergendosi a difesa della cristianità contro i nuovi barbari ovvero «il nichilismo e il relativismo etico attuali». Parole sante (ops!), peccato che poi la lingua batta sul solito dente avvelenato: i nuovi nemici della cristianità sono l'aborto, l'eutanasia, la negazione della dualità sessuale e della famiglia basata sul matrimonio. Stica! E i vecchi nemici, chessò intolleranza, razzismo, egoismo, violenze, sfruttamento della povera gente, culto del denaro…? Un colpo di spugna li seppellirà.